Cronaca e Attualità

Ignoti danno fuoco all’interno di Palazzo Pennisi. Tutto danneggiato!

«Una domanda al neo assessore regionale per i Beni culturali Alberto Samonà: “il Parco minerario Floristella-Grottacalda da anni è senza presidente e le opere che furono progettate e poi realizzate nella fase di avvio (1993/1998) sono in rovina (v. la valle dei calcaroni), sarà Lei in grado di nominare un presidente e riavviare i motori della gestione normale e ordinata? sarà Lei in grado di aprire il Palazzo Pennisi di Floristella come “Museo regionale dello zolfo” e offrirlo ai turisti di tutto il mondo? Grazie, spero in una sua risposta». Queste le poche ma chiare parole che Totò Trapani, primo presidente negli anni ’90 dell’Ente Parco Minerario Floristella Grottacalda, rivolge a Samonà. E lo fa indirizzando il suo appello nella mail ufficiale dell’assessorato, inviandolo al contempo a tutta la deputazione ennese regionale e nazionale. Sollecitazioni ad agire lanciate più volte ma rimaste senza risposte concrete. E l’abbandono di opere mai finite e non sottoposte a controllo sistematico produce i suoi effetti. Ignoti si sono introdotti nottetempo all’interno del Palazzo Pennisi ammassando e dando fuoco a quel poco che l’Ente Parco aveva allestito per consentire delle visite parziali – cosiddette, «a cantiere aperto» –  nell’attesa dell’avvio del progetto – che pure esiste – di «Completamento del restauro e musealizzazione di Palazzo Pennisi da destinare a museo delle miniere». Pannelli didattici e fotografici, la pedana di legno, la mensa e la croce campagnola usati degli scout per celebrare la messa nella cappella ottagonale del palazzo sono stati bruciati, provocando un fumo denso e acre che ha danneggiato ogni cosa. Un prezioso modellino del pozzo d’estrazione con relativi meccanismi, mirabilmente realizzato dagli associati della Lega zolfatai di Piazza Armerina, è stato dato anch’esso alle fiamme,  insieme al quaderno delle firme in cui da anni i visitatori apponevano i loro nomi e i loro commenti. Tra gli ultimi, quello di Sebastiano Tusa l’assessore regionale per i Beni culturali che visitando Floristella ne aveva carpito la valenza e le criticità assicurando il suo interessamento, oltre che in regione, anche presso le amministrazioni del territorio che compongono la struttura dell’Ente Parco (l’ex provincia e i comuni di Enna, Piazza Armerina, Valguarnera e Aidone). Ma sappiamo com’è andata: l’incidente aereo in Etiopia, nel portare via l’assessore e l’archeologo di fama internazionale, ha portato via anche le tante speranze che in lui erano state riposte per la valorizzazione dei beni culturali siciliani.

Adesso le pareti e la volta della cappella (che si sviluppa con altezza pari a quella del palazzo che la contiene) sono tutte annerite dal fumo e da riattare; i pannelli didattici da rifare, la mostra sui Fasci siciliani (donata dalla regione Piemonte) da risistemare. E il modellino del pozzo minerario …? Quello, no. Forse non si potrà sistemare. Passerà a miglior vita seguendo in sorte gli stessi zolfatai che con tanta pazienza e amore lo avevano realizzato!

Salvatore Di Vita