Floristella, dubbi e perplessità di Legambiente sul nuovo statuto
Parco di Floristella. Si aspetta la nomina del presidente, ma per intanto è arrivato uno statuto nuovo che nelle intenzioni dei proponenti dovrebbe favorire l’insediamento del massimo vertice dell’Ente, del relativo Consiglio e a determinare il rilancio complessivo del Parco minerario. Ne dà notizia l’Ansa pubblicando una nota dell’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’identità siciliana.
Molti osservatori, però, avanzano dubbi e perplessità. La storia dello statuto «nuovo» è in realtà una storia vecchia, perché risalente al 2016 quando l’allora assessore dei Beni culturali, Carlo Vermiglio, – applicando le leggi intervenute sulla materia – decretò la riduzione dei membri dei Consigli degli enti sottoposti a controllo e vigilanza dell’Assessorato a un «massimo di tre» componenti. Tra questi enti sottoposti a controllo c’è anche l’Ente Parco Minerario Floristella-Grottacalda che adeguò in tal senso il proprio statuto infine pubblicato nella GURS n. 17 del 13 aprile 2018. Dunque non un nuovo statuto questo proposto testé, ma una riscrittura peggiorata dell’esistente, come evidenzia Legambiente Sicilia in un lungo comunicato stampa in cui definisce la rinnovata carta statutaria «l’ennesimo oltraggio alle esigenze manifestate dalla comunità locale, anche perché non era lo statuto il reale problema ma la non volontà di nomina di un presidente». Il comunicato di Legambiente continua rilevando una serie di incongruenze, specie riguardo l’accentramento di potere e controllo nelle mani della regione a scapito dei territori e degli enti locali che intervengono finanziariamente ma non vengono «resi partecipi del processo di modifica dello statuto di un ente che cogestiscono» e in cui, per giunta, viene quasi azzerato il ruolo di rappresentanza che gli era legittimamente riconosciuto nel precedente Cda. Lo stesso dicasi per l’abolizione del Comitato tecnico scientifico che azzera «anche la rappresentanza territoriale delle associazioni».
«Esprimiamo pertanto forti perplessità – dichiara Gianfranco Zanna, presidente regionale di Legambiente – su questo nuovo statuto che di fatto delegittima i territori e pone forti interrogativi sul reale espletamento dei compiti di tutela e valorizzazione di questo gioiello dell’interno della Sicilia».
Insomma, un nuovo presidente si poteva insediare per dare impulso alla stagnante attività dell’Ente Parco, anche prescindendo da una nuova carta statutaria. Ed è quel che in effetti tentò Nello Musumeci il 21 febbraio 2018 nominando nella carica la dirigente regionale Francesca Fontana Lia che preferì non accettare l’incarico dimettendosi prima ancora d’insediarsi. Questa nomina fu intentata in applicazione dello «spoil system» (la pratica di sostituire tutti i vertici degli enti allorquando subentra un nuovo governo dopo le elezioni). Nel caso del Parco minerario fu revocato dall’incarico Rosario Cultrone, presidente con mandato quinquennale nominato da Crocetta e, di fatto, non più sostituito perché da allora a Floristella è iniziata la sequela di commissari straordinari nominati trimestralmente.
Salvatore Di Vita