Cultura e Società

Garofalo e Puglisi sul “Click day” del Bonus Sicilia

 

Tutto secondo previsioni, il “click Day” del 5 ottobre, voluto dalla Regione Siciliana per l’erogazione del “Bonu Sicilia” (125 milioni di euro per le microimprese che non hanno potuto beneficiare di altri aiuti statali e che hanno subito perdite di fatturato nei mesi di marzo e aprile 2020), si è trasformato in un “caos day” ed è stato rinviato. Lo scorso 25 settembre in un articolo de “La Sicilia” a prevedere quanto sarebbe successo erano stati Carlo Garofalo e Totò Puglisi, rispettivamente coordinatore dei Comitati cittadini ennesi e responsabile provinciale “Reti d’impresa” che adesso, rincarano la dose contro la Regione e dicono: <<Il 5 ottobre mattina, oltre 50 mila aziende siciliane hanno lasciato perdere tutto, pur di vincere la lotteria del “Bonus Sicilia”, inventata e ideata dal Governo regionale siciliano. Il risultato era prevedibile: tutto rinviato ad altro giorno per problemi tecnici presentati dal sito. Eppure già nei giorni scorsi, molti utenti avevano evidenziato disfunzioni sul sito, alcune anche gravi, in quanto chi entrava con il proprio Spid, leggeva dati di altre aziende>>. Garofalo e Puglisi hanno un diavolo per capello e aggiungono: < Ancora una volta la Sicilia, arrivata già in grosso ritardo, in materia di aiuti alle aziende che hanno subìto cali nel proprio fatturato a causa delle chiusure imposte dal Covid19, dimostra tutti i suoi limiti politici e tecnici. Noi abbiamo contestato il metodo di individuare i beneficiari, le somme irrisorie messe a disposizione ed il metodo per assegnare le provvidenze, premiando il dito più veloce per l’invio della pratica>>. Carlo Garofalo e Totò Puglisi ribadiscono i loro suggerimenti: <<Il blocco di stamane (5 ottobre per chi legge ndr), causato da fatti tecnici, ed il fatto che il prossimo mercoledì ci risulta che la commissione attività produttive all’Ars (Assemblea regionale siciliana), debba discutere del problema, ci porta a dare alcune indicazioni a tutte le forze politiche: 1)Stabilire un nuovo criterio per la ripartizione delle somme, come ad esempio è stato fatto dal governo nazionale con l’indennizzo di maggio: una somma uguale per tutti, con una percentuale da aggiungere rapportata al calo del fatturato tra il primo semestre di quest’anno e lo stesso periodo dell’anno precedente con un tetto massimo di indennizzo; 2) Quantificare le risorse necessarie, rimpinguando il capitolo di spesa per consentire a tutti di ottenere l’indennizzo, senza la formula del click-day; 3) Allargare la platea dei beneficiari a tutti quei settori che seppure non sono stati costretti a chiudere, hanno comunque subìto un calo nel proprio fatturato. Una volta tanto – concludono Garofalo e Puglisi- la politica, riteniamo, che debba uscire fuori dal palazzo per capire e per comprendere il mondo reale>>.

Arcangelo Santamaria