Cultura e Società

I dissidenti

Mi accingo a scrivere un articolo sulla pandemia da Covid 19  ma non voglio, perché proprio non ne ho voglia,  parlare di cose già sentite, risentite, sapute , risapute,  affermate e anche contrastate.

Si è già detto tutto e pure il contrario di tutto.

È un fenomeno epocale che ci ha travolti, sconvolti e anche distrutti .

Ma allora perché sento l’esigenza di scrivere ancora? Mi ero ripromessa di non dire e scrivere più nulla perché ho la piena consapevolezza di non averne le competenze, non sono virologa, non sono medico e neppure un politico.

Ma sono una cittadina indignata e allora mi riprendo il diritto ed il dovere di dire la mia!

Faccio un brevissimo riepilogo di fatti ormai più che noti, ma repetita  iuvant, dicevano i vecchi latini.

All’alba della primavera scorsa l’intero mondo viene investito dalla furia di questo virus, tramutato geneticamente dai pipistrelli e che inizia ad attaccarsi al corpo umano per sopravvivere.

Arriva dalla lontana Cina e colpisce l’intera umanità, nessun paese escluso.

Paura, sgomento, soprattutto perché un fenomeno ancora ignoto tutto da studiare, da conoscere per poterlo fronteggiare.

Unica soluzione chiudere tutto e chiudere tutti a casa per contenere il danno epidemiologico.

Con pazienza, più o meno costante, ci siamo adattati alla situazione, prevedendo e subendo tutte le conseguenze economiche e psicologiche.

Pensavamo pure di uscirne cambiati, migliorati.

A Giugno la curva dei contagi scende, ma in realtà noi siciliani abbiamo assistito alla tragedia vera e propria dallo schermo, e si allentano le restrizioni.

In estate un colpo di spugna dagli effetti magici pare abbia lavato tutto.

Feste, festini in spiaggia, in campagna, in strada come se non ci fosse un domani.

Ma quel domani è arrivato presto e ha un nome che avevano già pronunciato ma che, in molti, hanno fatto finta di non sentire ”seconda ondata”.

Ma non un onda di quelle che ti fa volare adrenalinicamente con  la tavola da surf!

L’onda che ti travolge e ti fa annaspare per poi annegare.

Avevano, chi di dovere, preparato i salvagenti? La risposta è drammaticamente no!

L’onda ha iniziato a bagnarci i piedi, e li abbiamo ritirati (chiuse le scuole superiori, troppi contagi derivanti dalla mancanza di trasporti adeguati).

Va bene, accettiamo! Se serve a contenere l’avanzata armiamoci di monitor e continuiamo a lavorare.

Non basta! I contagi galoppano, la sanità, già in agonia prima della pandemia, al collasso.

Si perde la tracciabilità, i conti cominciano a non tornare.

Un “tot” di positivi proporzionalmente tanto alto rispetto alle persone poste in quarantena obbligatoria dall’ASP. Inquietante! E sapete perché?

Perché ho preso coscienza che il Covid -19 fa il suo lavoro di parassita e la mancanza del buon senso umano gli apre le porte.

Ho preso coscienza del fatto che c’è un virus che ha sempre distrutto le comunità, anzi sono due ma correlati, l’ignoranza ed il menefreghismo.

Ignoranza nel senso che si ignora totalmente che la loro libertà finisce proprio là dove va a ledere quella dell’altro. E se tu Tizio, soggetto che sei venuto a contatto diretto con un positivo, nonostante l’Asp per disservizio non ti abbia notificato nulla, non devi ignorare il fatto che potresti contagiare me e a cascata i soggetti a me vicini che, a loro volta, vanno a contagiare altri soggetti.

E ignorano che, se per caso , dovessi avere sintomi sospetti e situazioni sospette non è certo una vergogna sottoporti ad un tampone e poi evitare sempre contatti ravvicinati!

Sai perché sono indignata con te caro Signor Tizio? Perché così facendo sarà difficile che i bambini tornino presto a scuola, e ti ricordo che è un loro diritto, che i docenti tornino a svolgere normalmente i loro lavoro con passione.

E ti dirò di più, che chi possiede una partita Iva possa sperare di riprendere a monetizzare, che i nonni possano riabbracciare i loro nipoti e che tutto andrà bene!

Signor Tizio, così comportandoti, non andrà bene nulla, stai spianando la strada che ci condurrà verso un dirupo profondissimo.

Non pensare che costruire il cavallo di Troia furbescamente ti faccia vincere la guerra.

Questa non è una guerra. Non si sta combattendo un nemico ad armi pari, non siamo in trincea.

E’ una pandemia, c’è un virus che attacca e ammala. Proteggerci è un dovere, fino a soluzioni serie ed efficaci.

Riflettici, stai a casa e pensaci e se la cosa t’innervosisce vai a fare una passeggiata (sempre che non hai il dovere di quarantena!) ma da solo, in campagna , respira l’aria pura e fai ossigenare il corpo e la mente!

Stefania Avola