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L’appello dei Comitati ai Sindaci ennesi sul Recovery Plan

Un silenzio assordante che lascia l’amaro in bocca ai Comitati cittadini ennesi e all’associazione Reti di impresa, che qualche giorno addietro avevano tentato di stimolare i sindaci della provincia di Enna, affinché accendessero i riflettori sul Recovery plan; 209 miliardi di euro da utilizzare al meglio. << Non possiamo farci scappare questa ghiotta occasione, forse l’ultima per il nostro territorio- dicono all’unisono Carlo Garofalo ( Comitati cittadini ennesi) e Totò Puglisi (Reti di impresa), per rilanciare e sviluppare una idea di crescita occupazionale e dei redditi. La pandemia in corso sta causando oltre ai già noti problemi sanitari, una crisi economica mondiale senza precedenti, aumentando le distanze tra ricchi e poveri, non solo tra persone, ma soprattutto tra i diversi territori. Se la storia, comunque, ci dimostra che dalle crisi si può uscire più forti se alla base vi è una strategia di sviluppo coeso che possa creare occupazione e ridurre le disparità tra persone abbienti e meno abbienti e tra territori ricchi e territori poveri, è pur vero che nessuno ti regala niente, ma tutto deve essere conquistato>>. Un appello che sa di ultima chiamata, ultima chance per il territorio ennese e per tutte quelle aree interne che languono ai margini di una area geografica che rischia di annientarli. Garofalo e Puglisi si aspettavano e si aspettano ancora un gioco di squadra e affermano:<< Purtroppo notiamo che la nostra classe dirigente politica è distratta da altro e in questo contesto la gran parte dei rappresentanti istituzionali risultano non pervenuti. Come organizzazioni presenti sul territorio invitiamo i rappresentanti istituzionali, i rappresentanti di categoria e le rappresentanze sindacali a fare gioco di squadra affinché esca in maniera univoca e solidale una idea di ciò che vorremmo essere domani, dopo la crisi pandemica. Ci rendiamo conto che il venire meno delle Province ha privato i territori di una cabina di coordinamento che tra l’altro in provincia di Enna, a partire da <<Agenda 2000>>, ha dato un grosso contributo nella elaborazione dei progetti, ma in assenza di questo organismo, riteniamo che altri debbano incominciare a sostituirsi a tale vuoto creato ormai da un decennio circa dalla stessa politica>>. Da Roma non arrivano buone notizie e per questo Garofalo e Puglisi sottolineano:<<Le risorse messe a disposizione dalla U.E. per l’Italia; risorse che superano i 200 miliardi di euro, sono l’occasione ghiotta per ristrutturare il Paese, ma soprattutto di ridurre il gap economico ed infrastrutturale tra sud e nord, tra aree metropolitane e zone interne. Assistiamo in questi giorni ad una sorta di spartizione della torta, dove tutti tentano di ottenere il massimo. Se la prima bozza del Recovery plan non metteva al centro della sua azione il Sud, dopo una serie di restyling, la strategia nazionale è quella di privilegiare il Mezzogiorno, come area strategica per il Mediterraneo. Poco, comunque, prevede il restyling per le zone interne, tenendo conto che, ad esempio, la nostra provincia, tra le più povere d’Europa, rappresenta il sud nel sud. Saremo stati felici- concludono- di apprendere che la nostra classe politica, a prescindere dalle appartenenze, si fosse mossa per rivendicare una attenzione indispensabile e necessaria per non ridurre il nostro territorio ad un ospizio, tentando di trainare in questo ragionamento gli altri territori interni, montani e svantaggiati della nostra isola>>. Adesso tocca ai sindaci e a quanti nel territorio occupano ruoli istituzionali (l’auspicio è proprio questo), raccogliere l’appello lanciato dei Comitati cittadini ennesi e da Reti di impresa.

Arcangelo Santamaria