Cultura e Società

Dopo 10 anni dal referendum contro la privatizzazione della gestione dell’acqua pubblica…

Sono passati 10 anni ( era il 12 giugno 2011) dal referendum con il quale popolo italiano, in maniera inequivocabile, si dichiarò a favore della gestione pubblica dell’acqua e contro la privatizzazione del servizio e contro i profitti. A distanza di 10 anni i Comitati cittadini ennesi con il loro coordinatore, Carlo Garofalo, tirano le somme. <<Il Parlamento non ha mai tenuto conto del risultato popolare, perché gli eletti non tengono mai conto del pensiero dei propri elettori. In Sicilia, sempre nel 2011, attraverso l’impegno dei Comitati-aggiunge Garofalo- si raccolsero le firme per la proposta di legge regionale sull’acqua pubblica. La legge fu approvata dall’Ars (Assemblea Regionale Siciliana), nell’agosto 2015. Il Governo Renzi la impugnò per violazione alla Carta Costituzionale e di quella legge è rimasto poco o nulla sul principio della gestione pubblica dell’acqua>>. Il coordinatore dei Comitati, prima di commentare gli ultimi fatti sulla tariffazione dell’acqua, fa un excursus e racconta.<< Un articolo di quella legge, scritto dai Comitati Cittadini Ennesi, rimase: questo articolo prevedeva la costituzione in tutte le Ato siciliane ove il servizio era già stato privatizzato (SiciliAcque, Agrigento, Caltanissetta ed Enna), di una Commissione allo scopo di verificare eventuali inadempienze contrattuali da parte del gestore. Nella nostra provincia la commissione è stata costituita e della stessa facevano parte 3 sindaci, due dei quali dichiararono ineccepibile il servizio fornito da AcquaEnna ed uno di loro non si presentò mai alle riunioni. Come mai gli altri 16 sindaci non ebbero nulla da obiettare ai loro colleghi che li rappresentavano in commissione? Come mai accettarono senza fiatare le valutazioni dei loro rappresentanti? Sempre nel 2015 i Comitati Cittadini Ennesi promossero una raccolta di firme, per la rescissione del contratto trentennale con la società privata AcquaEnna per inadempimenti inderogabili delle norme contrattuali. Furono raccolte 12 mila firme, in due mesi, e consegnate, ai primi di giugno, ai sindaci della provincia di Enna, soci dell’Ato. Anche in questo caso silenzio assoluto. A queste domande e a dette constatazioni, i cittadini ennesi che si espressero per l’acqua pubblica pretenderebbero una risposta dai loro rispettivi rappresentanti istituzionali>>. Veniamo ai giorni nostri. Carlo Garofalo commenta quanto avvenuto e afferma:<< E’ di questi giorni la querelle tra i sindaci se occorre ridurre la tariffa del 3% oppure del 5%. Per tradurla in soldoni, stiamo parlando di un risparmio annuo a famiglia che va dai 6 ai 15 euro. Senza preoccuparsi minimamente che oggi un cittadino ennese paga l’acqua più cara del 70% rispetto ad un cittadino di Catania o di Milano>>. I Comitati cittadini Ennesi si rivolgono ai sindaci e dicono:<< Vi chiediamo di evitare questa inutile diatriba che ci sa da mercato e vi invitiamo a confrontarvi sui problemi seri che in questa sede vi sottoponiamo: se il passaggio dall’Ato all’Ati è avvenuto rispettando le norme previste dalla legge e dal codice civile in materia di subentro di società; se nel passaggio avete verificato lo stato di attuazione del piano d’ambito e le eventuali inadempienze del gestore; se la carta dei servizi previsti nel contratto di affidamento è applicata e rispettata; se i ritardi negli investimenti previsti hanno comportato un aumento dei costi di approvvigionamento dell’acqua (leggi perdite); se l’erogazione, così come previsto avviene in tutti i comuni h24; se viene garantita la qualità dell’acqua; a che punto è la depurazione delle acque e se per i ritardi paghiamo eventuali sanzioni comminate dalla Comunità Europea Su questi temi- conclude Garofalo- vi invitiamo a discutere e confrontarvi e su questi temi, così come nel passato, siamo pronti, come Comitati Cittadini Ennesi, aderenti al Forum Nazionale Acqua Beni Comuni, a dare il nostro modesto contributo>>.

Arcangelo Santamaria