Riceviamo e pubblichiamo

Referendum eutanasia, lettera di un cittadino che voleva partecipare alla raccolta firme

Pubblichiamo di seguito  una segnalazione inviataci da un nostro lettore in merito alla raccolta firme per il Referendum sull’eutanasia.

Siamo a disposizione dell’amministrazione comunale, dei funzionari e di quanti vogliono replicare in merito tramite la nostra email: [email protected]

Gentile Redazione,

Scrivo per segnalare quanto accaduto giorno 20 agosto 2021 alle ore 11:15 al Comune di Valguarnera.

Trovandomi in paese per le ferie estive, ero passato dal Comune per contribuire a quella che, a mio parere, si configura come un’importante battaglia per i nostri diritti civili e laici: la raccolta firme per il referendum sull’eutanasia.

Ero stato informato da un post ufficiale dell’Amm.ne comunale sui social media, risalente allo scorso luglio, che il Comune si sarebbe attrezzato presto per organizzare, all’interno del palazzo, un banchetto per la raccolta delle firme dei cittadini interessati. Avrei anche voluto chiedere se pure i non residenti in possesso di documento d’identità valido potessero firmare.

Tuttavia, arrivato in Comune, le mie speranze si scontrarono con la risposta dell’usciere, il quale dovette ammettere di non saperne assolutamente nulla. Devo dire che il brav’uomo non si è perso d’animo e ha provato a rintracciare diversi funzionari comunali: in tutto, sono state fatte tre telefonate, di cui due senza esito (non rispondeva nessuno) e la terza con esito negativo: la persona contattata era assolutamente all’oscuro di tutto, nonostante sembrasse che io non fossi il primo a volere firmare, anzi, si fossero presentati già diversi cittadini.

Mi sono quindi lasciato andare ad una riflessione ad alta voce: in un Paese democratico, e in un paese democratico, le istituzioni dovrebbero garantire a tutti i cittadini di poter esprimere liberamente le loro opinioni, nel rispetto ovviamente delle libertà (e dignità) altrui. Però a Valguarnera, almeno in questo caso, questo non sembra essere possibile: io posso anche firmare online, ma i nostri concittadini che non hanno un computer, o non sono in possesso di SPID e non sanno come ottenerla o non possono muoversi per andare a firmare nei banchetti istituiti dalle associazioni in altri comuni, non hanno la possibilità di poter esprimere il loro pensiero e farlo valere. Devo rendere giustizia all’usciere che era veramente mortificato nel non potermi aiutare e si è dovuto anche sorbire le mie lamentele.

Ho raccontato l’episodio a casa e dei familiari hanno anche chiesto a persone vicine all’Amm.ne per verificare lo stato della raccolta firme a Valguarnera: nessuno ne sapeva niente.

Onestamente, spero di essermi sbagliato e di venire smentito, però mi chiedo: è accettabile che, a un mese di scadenza dalla chiusura della raccolta delle firme, ancora a Valguarnera le istituzioni non si siano attrezzate per garantire ai cittadini l’espressione di un loro diritto? Un Comune è obbligato per legge ad organizzarsi in questo senso o, in caso contrario, violerebbe obblighi costituzionali/legislativi? Non sono un esperto in materia ma sono riflessioni che vengono spontanee.

Io, per sicurezza, firmerò online.

Antonio Speranza