Politica

Il Consiglio Comunale approva il rendiconto finanziario 2020 tra tensioni e sospensioni

Il consiglio comunale con gli 8 voti dei consiglieri di maggioranza, 3 voti contrari dei consiglieri di minoranza, Bruno, Speranza, Greco e l’astensione del consigliere Biuso, ha approvato il Rendiconto finanziario 2020. Il voto e i momenti successivi alla votazione sono stati caratterizzati da atteggiamenti di tensione sia tra gli stessi consiglieri di maggioranza sia tra maggioranza e minoranza e infine tra il consigliere Giuseppe Speranza e la sindaca Francesca Draia’. Uno spettacolo da tanti definito non degno di una sede istituzionale con il presidente del consiglio comunale Enrico Scozzarella che ha perso il controllo della seduta ed è stato costretto a sospendere i lavori. Che la seduta fosse fibrillante lo si era intuito sin dalle prime battute con le prime punzecchiature tra gli stessi banchi della maggioranza che ha anche votato contro una proposta di sospensione avanzata dalla consigliera Gaetano Telaro. La stessa Telaro più volte ha chiesto al presidente Scozzarella di mettere a tacere lo sghignazzare che si genera durante i suoi interventi. Le delucidazioni tecniche al Rendiconto finanziario e i dubbi sulla legittimità dello stesso, sollevati da vari consiglieri, avevano instradato i lavori consiliari su un binario consono al luogo in cui si stavano svolgendo. Il tentativo della sindaca Draia’ di prendere la parola ha suscitato le proteste del consigliere Giuseppe Speranza che ha richiamato al rispetto del regolamento che vieta a membri della Giunta di prendere la parola durante le dichiarazioni di voto. Le proteste di Speranza si sono via via fatte più vibranti al punto che la sindaca Draia’ si é sentita offesa come donna ed ha subito postato su Facebook la frase ” No alla violenza sulle donne”. Di tutt’altro parere i gruppi politici di minoranza che si sono schierati dalla parte di Speranza, ritenendo eccessivo il ricorso al tema della violenza sulle donne e relegando l’intervento di Giuseppe Speranza ad un attacco, anche se pur forte, ad un politico.

Arcangelo Santamaria