Cultura e Società

Ma chi era Girolamo Valenti?

Quanto mai opportuna è stata l’approvazione da parte del Consiglio comunale della mozione che richiede l’intitolazione di una strada a Girolamo Valenti. Ma chi era esattamente questo nostro compaesano? Non c’è dubbio che, assieme a Francesco Lanza, egli sia il valguarnerese che più degli altri ha dato un positivo contributo al proprio tempo. Basti pensare che negli archivi del New York Times il suo nome ricorre una sessantina di volte, che fu annoverato tra “gli intellettuali di grande valore della colonia italo americana” (O. Fallaci) e che la sua orazione fu pronunciata da Norman Thomas, candidato alla Presidenza degli USA, che lo definì “una roccia”.

Girolamo Valenti, figlio di Gaetano e di Maria Arena, nacque a Valguarnera il 16 aprile 1892 da una famiglia benestante. Dopo aver fre­quentato il liceo a Catania, dove diresse un foglio studentesco, trovò lavoro presso le poste cittadine. I suoi ideali socialisti che andavano manifestandosi furono ispirati dai Fasci siciliani di De Felice.

Emigrato negli Stati Uniti nel 1911, Valenti iniziò la carriera giornalistica, che lo avrebbe assorbito per tutta la vita, pubblicando il settimanale italiano La Domenica a Rochester. Il talento di oratore, di scrittore e di orga­nizzatore ne fece uno dei più efficienti propagandisti socialisti fra gli emigrati italiani. Nel 1917 assunse la direzione della Parola proletaria; contemporaneamente curò la pubblicazione del Minatore per i socialisti italiani in Illi­nois, Indiana e Wisconsin e della Lotta per lo Stato di New York. In quegli anni Valenti fu in contatto con compagni in Italia come G.M. Serrati, collaborando all’Avanti!. Fu anche impegnato nelle iniziative di organizzazione del lavoro fra gli emigranti italiani: fu uno dei protagonisti del grande sciopero dei lavoratori dell’industria dell’abbigliamento nel 1916; in altre occasioni collaborò all’organizzazione del personale femminile dei settori dell’abbigliamento, dei calzaturifici e dell’edilizia. Nel 1920-1921, Girolamo fu organizzatore della Camera italiana del lavoro di New York. Nel 1925 fu uno dei 23 italiani inclusi nell’American Labor Who’s Who; divenne anche una figura molto conosciuta nelle Little Italies dei bacini minerari e dei centri agricoli d’America.

L’ascesa al potere di Mussolini dette a Valenti un nuovo obiettivo, che lo impegnò per tutto il resto della vita: la lotta contro il fascismo, che divenne la sua passione predominante. Fra gli antifascisti italiani nessuno eguagliò Valenti in Ameri­ca. Dal 1926 aveva ottenuto dal console generale italiano a New York la gratifica di «uno dei più violenti e accaniti propagandisti antifascisti». Nel 1928. divenne il capo redattore prima e il direttore poi del Nuovo mondo, il quotidiano anti­fascista che ebbe l’appoggio dei sindacati progressisti. Su questo gior­nale Girolamo attaccò sistematicamente gli sforzi di Mussolini di estendere la sua influenza sugli italiani negli USA, denunciando il carattere di orga­nizzazioni quali la Fascist League of North America.

Per vent’anni, fu in prima linea nei comitati antifascisti, nei raduni e nelle dimostrazioni: fu ad esempio uno degli oratori alla riunione di massa di 20.000 persone a New York nel 1933, sotto gli auspici del Fronte unico internazionale per la lotta contro il fascismo. Fu presi­dente del Joint Committee for Italian Political Prisoners, che reclamò un’inchiesta sul trattamento degli avversari politici da parte di Musso­lini; fu anche presidente dal 1936 al 1939 dell’Italian Anti-Fascist Committee, composto da progressisti, socialisti e comunisti.

Valenti aprì le colonne dei giornali che dirigeva agli esiliati politici italiani, da Sforza a Pacciardi, a Salvemini e ad altri ancora. Egli stes­so con lo pseudonimo di Right fu assiduo nello smascherare le trame del­la propaganda fascista negli USA; con articoli sulla stampa americana e con testimonianze di fronte al House Committee on Un-American Activities, denunciò pubblicamente gli sforzi dei funzionari diplomatici italiani di assumere il controllo delle masse italo-americane.

La dichiarazione di guerra dell’Italia agli Stati Uniti l’11 dicembre 1941, naturalmente, cambiò radicalmente la situazione: simpatizzanti fascisti proclamarono ora il loro appoggio totale alla guerra contro Mussolini e cercarono di influenzare la politica americana verso l’Italia liberata.

Nel 1942 fu formata la Italian American Ligue Against Fascism affidandone la se­greteria a Valenti e l’amministrazione a C. Tresca; quest’ultimo teme per la vita del valguarnerese, più volte raggiunto da lettere minatorie, ma sarà lui ad essere assassinato nel 1943 per mano di una famiglia mafiosa newyorkese in combutta con il console fascista che pensa bene di offrire a Mussolini la testa del carismatico leader italoamericano.

Nel corso della guerra Valenti fu consulente della sezione italiana dell’Office of Strategie Service; Earl Brennan, capo del Secret Intelligence per l’Italia, elogiò in seguito Valenti per il contributo fornito disinteressatamente in particolare nel reclutamento degli agenti per le operazioni dell’OSS in Italia.

Con la sconfitta del fascismo, la lotta che aveva assorbito le energie di Valenti per vent’anni giunse al termine: nel 1946 iniziò una nuova professione come programmatore alla radio ed in seguito come direttore dei programmi italiani per le stazioni radio di New Haven, New Britain, New York e Filadelfia. Commentatore per gli affari italiani, fece frequenti viaggi in Italia, in particolare nelle scadenze elettorali, contemporaneamente collaborando al­la stampa italo-americana ed in particolare al Divagando di New York. Un infarto lo condusse alla morte il 20 febbraio 1958 a New York.

Enzo Barnabà