Costantino
Carissime lettrici e lettori HB story day
Nascita: Naissus, Mesia Prima, 27 febbraio 274
Morte: Nicomedia, Bitinia e Ponto, 22 maggio 337
Predecessore: Costanzo Cloro
Successore: Costantino II, Costanzo II e Costante I
Coniuge: Minervina Fausta
Figli: Crispo, Costantina, Costantino II, Costanzo II, Costante I, Elena
Dinastia: costantiniana
Padre: Costanzo Cloro
Madre: Elena
Regno: 306-337 d.c.Nacque nel 274, a Naisso, da Costanzo Cloro (ma la cosa è controversa), con il nome di Flavio Valerio Aurelio Costantino, e fu educato a Nicomedia alla corte di Diocleziano, dove iniziò la carriera militare. Era di straordinaria statura e corporatura massiccia, non bello, con collo molto largo che gli guadagnò il soprannome di Trachala, con occhi sporgenti, fronte bassa e uno sguardo fisso piuttosto inquietante. Di natura coraggiosa e intelligente, ma pure ambiziosa, sanguinaria e crudele. Nonostante il copioso sangue versato nella sua stessa famiglia, fu fatto santo dalla Chiesa per averne difeso gli interessi.EXURSUS HONORUM
Dapprincipio fu in Palestina combattendo contro i Sarmati, poi sul Danubio, quindi in Egitto. Intanto Diocleziano lo aveva nominato tribuno militare. Mentre il padre combatteva in Britannia Costantino era impegnato in Oriente con l’altro successore Galerio. Suo padre lo richiamò in Britannia per aiutarlo a sconfiggere i Pitti, ma Galerio rifiutò a Costantino di partire.
Alla fine Costantino ottenne il permesso di raggiungere il padre, ma sul percorso trovò agguati e trappole. Si narra che il viaggio di Costantino dall’Oriente fino a Boulogne in Francia, fosse tormentato dalla paura di essere assassinato, per cui cavalcò ininterrottamente senza dormire, cambiando continuamente i cavalli. Dopo varie peripezie, Costantino si ricongiunse con il padre Costanzo combattendo con lui i Pitti, ma nella battaglia suo padre perse la vita
Costantino, lasciata a guardia del Reno e della britannia parte delle truppe, con un esercito di 50000 uomini, per lo più veterani, nel 312 traversò le Alpi e scese in Italia. Susa provò a ribellarsi ma fu presa e data alle fiamme. Costantino però, che era lungimirante, come atto di clemenza ordinò ai suoi soldati di spegnere il fuoco salvando la città.
Poi marciò su Torino contro Massenzio di cui sbaragliò la cavalleria prima e la fanteria dopo. Massenzio fuggì dentro le mura delle città, ma questa aprì le porte a Costantino che fece uno sterminio totale di tutti i nemici, senza fare prigionieri e passandoli tutti a fil di spada. Occupò poi tutta la Transpadana e Milano lo accolse trionfalmente.
L’esercito di Massenzio, comandato ora da Ruricio Pompeiano, sconfitto da Costantino, fuggì per schierarsi sull’Adige, ma Costantino con una rapidissima marcia passò il fiume a monte di Verona ed investì da nord la città, dove il nemico si era ritirato. Ruricio uscì segretamente da Verona e raccolse un nuovo esercito, ma di nuovo fu sconfitto e cadde. Verona si arrese insieme a Modena ed Aquileia.
Costantino, imboccata la via Flaminia, mosse contro Roma. Secondo la tradizione cattolica di Eusebio, prima di giungere all’Urbe, gli sarebbe apparsa una croce sfolgorante di luce con il motto “In hoc signo vinces” e l’imperatore fece mettere sui labari e gli scudi il monogramma di Cristo. Così il Cristo che aveva predicato l’amore per il nemico e la fratellanza tra gli uomini divenne portatore e sponsorizzatore di guerre in suo nome.
A Roma intanto il popolo, temendo di dover subire un assedio, spinse il figlio di Massimiano ad uscire incontro a Costantino. Massenzio obbedì e passato il Tevere a ponte Milvio, schierò il suo esercito tra la riva destra del fiume e alcune basse colline.
Solo la guardia dei pretoriani dette filo da torcere a Costantino, le altre truppe, specie la cavalleria, caddero al primo urto. Alla disfatta seguì la fuga su un ponte di legno che crollò trascinando i soldati nel fiume: fra questi Massenzio che morì affogato.
Così Costantino vinse nella celebre battaglia di Ponte Milvio, presso i Saxa Rubra sulla via Flaminia, il 28 ottobre 312 d.c.
Nel 313 Licinio, uno degli augusti rimasti, emanò, d’accordo con Costantino “l’editto di Milano” con cui veniva riconosciuta anche in Oriente la libertà di culto religioso, ponendo ufficialmente fine alle persecuzioni contro i cristiani. Licinio, poi, sposò la sorella di Costantino, Costanza.
Costantino entrò a Roma trionfalmente facendo il solito eccidio. Fece uccidere un figlio di Massenzio e alcuni ministri, poi sciolse i pretoriani e fece distruggere il loro castro fuori porta Nomentana. Il Senato lo nominò primo degli Augusti, poi gli dedicò statue e un arco di trionfo rivestito di bassorilievi come quello di Traiano.
Nel 319 d.c. Costantino emise la condanna a morte per tutti gli indovini e coloro che li consultavano. Perchè? Perchè qualcuno avrebbe potuto svelare le sue trame e i suoi inganni, nessuno credeva alla divinazione più di lui, se non ci avesse creduto avrebbe lasciato vivere gli indovini, tanto poi la gente si sarebbe accorta che gli indovini sbagliavano le previsioni e se ci rimettevano soldi peggio per loro.
Nel 326 poi fece uccidere Crispo, figlio suo e della prima moglie Minervina. Le “voci” dicono che Crispo avesse avuto una relazione con la seconda moglie del padre, Fausta e che questa l’avesse, poi accusato di averla molestata, provocando l’intervento dell’imperatore. Lo sfortunato giovane fu poi colpito dalla damnatio memoriae.
Nemmeno Fausta, però, godette di un trattamento più benevolo perchè venne affogata nell’acqua bollente del bagno. Nonostante questi atroci delitti: lo sterminio a Torino, l’assassinio di suo figlio e pure di sua moglie, la Chiesa lo proclamò santo, e lo è tutt’oggi. Per giunta Costantino, a cui non era simpatica la Madonna, proibì con editto ufficiale il culto mariano.
In compenso numerosi miliari, dedicati in Cisalpina a Costantino, lo qualificavano “domino nostro, humanarum rerum optimo principi, bono rei publicae nato”