Dall’assemblea dell ‘ATI ( Ambito territoriale idrico) dello scorso 21 marzo, riunitasi per discutere della tariffa idrica per il periodo 2024-2029, secondo il coordinamento dei Comitati cittadini Ennesi che hanno potuto assistere all’incontro, sono emersi tanti interrogativi che ancora una volta mostrano aspetti anomali del sistema di gestione. I rappresentanti dei Comitati Ennesi raccontano quanto avvenuto. <<L’Assemblea dei sindaci ha deciso di rinviare la discussione a martedì 25 marzo, alle ore 12, per discutere ed eventualmente approvare la relazione, che dovrebbe essere elaborata dagli esperti nominati dall’ATI, sulla proposta che è sembrata maggioritaria nell’Assemblea dei Sindaci e cioè quella di determinare la tariffa eliminando gli investimenti a carico della stessa, non necessari e/o obbligatori, che poi consistono in diversi lotti di rifacimento delle reti idriche in diversi Comuni. Durante la seduta sono state presentate diverse proposte elaborate dai succitati esperti. Tra queste sembrava prendere piede quella che prevedeva una riduzione del 20% degli investimenti non obbligatori e non necessari che restano a carico della tariffa. Ci sono voluti gli interventi di alcuni sindaci che hanno evidenziato che questa proposta non era quella che gli stessi avevano avanzato e deliberato in una precedente riunione>>. A questo punto nascono gli interrogativi dei Comitati <<La proposta che avevano avanzato i sindaci, perché non è stata elaborata dagli esperti? Sono stati loro (gli esperti) a disattenderla o qualcuno non gliel’ha fatta conoscere? In un caso o nell’altro, sarebbe opportuno conoscere i fatti risalendo a quanto avvenuto veramente. E perché gli altri sindaci presenti non si sono accorti che la proposta da loro stessi avanzata non era l’oggetto della discussione fra le varie proposte che erano state presentate? Inoltre, perché si è arrivati al 21 marzo per dire agli esperti di elaborare ciò che gli stessi sindaci avevano deliberato in una precedente riunione? Sono interrogativi legittimi che ci poniamo e che poniamo all’attenzione degli addetti ai lavori>>. Le anomalie emerse ed i ritardi <<L’ATI è l’unico organismo preposto alla deliberazione della tariffa e la delibera può essere adottata a seguito dell’elaborazione dello schema regolatorio, il quale può essere redatto solo dopo avere ricevuto dal Gestore i dati necessari ed obbligatori per tale elaborazione. Orbene, dai documenti di cui siamo in possesso (nota Anea del 07/03/2025 a firma dei due consulenti esperti nominati dall’ATI) scopriamo- dicono i rappresentanti dei Comitati- che il gestore ha presentato il piano solo a fine dicembre 2024, cioè dopo 8 mesi dal termine entro cui la stessa ATI doveva deliberare sulla tariffa. Ci chiediamo: perché il gestore ha comunicato i dati necessari ed obbligatori solo dopo ben 8 mesi dalla scadenza dell’adempimento? Cosa ha fatto e quali iniziative ha messo in campo l’ATI per invitare e al contempo diffidare il gestore dal presentare il piano? Infine, perché se il gestore ha presentato il piano dopo 8 mesi, l’ATI non si è premurata per tempo ad affrontare il problema della determinazione della tariffa ed ha atteso la diffida di ARERA di fine febbraio?>>.Cosa potrebbe uscire fuori dall’assemblea dei 25 marzo?<<Al mommento non vogliamo nemmeno discutere ed entrare nel merito della proposta che è uscita fuori dall’assemblea di venerdì che dovrebbe consentire una riduzione della tariffa del 5% rispetto a quella del 2023 e contro quella prevista dal gestore di aumento del 7% (stiamo parlando di piccoli risparmi o di elemosina?) Avremo modo di discuterne dopo l’approvazione della tariffa, se arriveranno in tempo le carte che sono state chieste agli esperti. Un’ultima cosa, però, ci è consentito riferire. Un sindaco nella seduta di venerdì ha fatto una constatazione durante un suo intervento e cioè che dopo 20 anni e dopo che sono stati spesi oltre un centinaio di milioni di euro, con il rifacimento delle reti idriche, la tariffa non è diminuita. A questo proposito, ci chiediamo: si tratta di una semplice coincidenza o della dimostrazione del fallimento della privatizzazione di un bene essenziale come l’acqua? >>.
Arcangelo Santamaria
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