Lettera dei Comitati cittadini in vista dell’Assemblea dell’ATI del 21 marzo

I Comitati Cittadini Ennesi, coordinati dal dottore Carlo Garofalo, chiedono di potere assistere all’assemblea dell’ATI idrico in programma il 21 marzo e propongono anche una tariffazione dell’acqua per il periodo 2024-2029 che scongiuri il paventato aumento di una delle bollette più care d’Italia.  L’ultimatum dell’ARERA a deliberare le nuove tariffe idriche (in alternativa passerebbero i nuovi aumenti proposti dal gestore Acqua Enna), entro il prossimo 31 marzo, ha messo pressione ai sindaci della provincia di Enna che compongono l’ATI. Sulla gestione del servizio idrico in provincia di Enna, i Comitati Ennesi hanno da ridire e Carlo Garofalo afferma:<<La grave crisi idrica, così come abbiamo avuto modo di dire in precedenti nostri interventi, non era solo dovuta alla scarsità delle piogge, ma anche, da un lato, alla scarsa programmazione del gestore nel ricercare e captare fonti di approvvigionamento diversi rispetto alla dighe (il gestore ha dimostrato di essere soprattutto un commerciante all’ingrosso di acqua che acquistava da Siciliacque S.p.A. a € 0.67 metro cubo e rivendeva alle famiglie ad oltre 3 euro al metro cubo) e dall’altro alla mancanza di un piano di emergenza predisposto dalla stessa ATI o in alternativa di un piano di emergenza obsoleto predisposto un ventennio fa circa>>.

Ad andarci sotto sono stati gli utenti  

<<La gran parte degli utenti, a causa della crisi idrica, e per sopperire ai turni di erogazione dell’acqua hanno dovuto sopportare costi non indifferenti per munirsi di serbatoi di riserva capienti per sopperire alla turnazione>>. Ma c’è di più.  <<Le deliberazioni dell’ATI fatte in  anni precedenti, hanno cambiato le fasce tariffarie rapportandole ai componenti della famiglia e riducendo il quantitativo minimo di consumo che ha fatto schizzare in alto il costo della tariffa; considerato, infine, che in tariffa sono compresi tutta una serie di costi indiretti per l’erogazione del servizio e precisamente, tra gli altri: mancata captazione delle acque con conseguente dipendenza da Siciliacque S.p.A che impone, tra l’atro, un prezzo illegittimo; perdite nelle reti di adduzione che supera il 50% e perdite nelle reti di distribuzione che supera il 30% secondo i dati che leggiamo dalla stampa; mancato studio e approfondimento da parte dell’ATI dei costi di gestione indiretti del gestore privato; la copertura delle perdite pari a 23 milioni di euro avuti dal gestore per gravissimo errore commesso in fase di piano d’ambito sui consumi previsti (famose partite pregresse presenti in bolletta per 10 anni); la pessima qualità dell’acqua erogata che costringe gli utenti a fornirsi di acqua imbottigliata creando un danno economico agli stessi utenti e un danno all’ambiente per la grande quantità di plastica prodotta; la strana previsione della quota parte degli investimenti, pari al 31%, che resta a carico della tariffa, mentre in altri ambiti tale quota a carico è notevolmente ridotta>>. Un elenco di anomalie gestionali che porta i Comitati cittadini Ennesi a proporre un netto cambiamento di rotta con la riduzione della tariffa che Carlo Garofalo motiva così:

 <<1) Ai sensi dell’art. 17 co. 4 della convenzione di gestione, applicare al gestore privato una riduzione tariffaria per le inadempienze dovuti ai continui disservizi procurati all’utenza soprattutto nel corso della crisi idrica per non avere per tempo fatto ricerche e captazioni di sorgenti da utilizzare in alternativa all’approvvigionamento idrico e per non aver adeguatamente predisposto e aggiornato un piano di emergenza per la crisi idropotabile;

2) Presentare osservazioni e pareri aventi ad oggetto i costi diretti e indiretti del gestore e quindi intervenire su eventuali risparmi nelle spese di gestione e quindi sulle determinazioni delle tariffe;

3) Il congelamento degli investimenti per i quali è previsto il cofinanziamento dell’ATI e di conseguenza la previsione in tariffa;

4) La rimodulazione tariffarie delle fasce di consumo e le inerenti tariffe alterate a causa dell’introduzione del criterio del componente familiare in contrasto con quanto stabilito dalla ARERA con delibera n. 665/2017;

5) La richiesta alla Regione di variare il sistema di contribuzione degli investimenti, equiparando la percentuale a quella degli altri ambiti siciliani;

6) Sollecitare la Regione Sicilia affinché dia seguito alla sentenza del Consiglio di Giustizia Amministrativa n. 00666/2021 REG. PROV. COLL. N.00313/2020 REG. RIC. pubblicata l’08.07.2021 con la quale si stabilisce che il prezzo applicato da Siciliacque S.p.A sul liquido fornito è eccessivo.

È utile precisare – conclude il coordinatore dei Comitati– che sulla questione pende una rilevante questione di legittimità costituzionale sollevata con ordinanza n. 155/2024. Infine, ai sensi e per gli effetti del Decreto Legislativo n. 201 del 2002 art. 3.3 si avanza richiesta all’Assemblea dei Sindaci affinché venga data la possibilità allo scrivente Comitato, così come agli altri costituiti sul territorio, di potere assistere alla seduta di giorno 21 marzo 2025 con una propria delegazione ed un numero di persone per ciascun Comitato che fisserete di vostra iniziativa>>.

Arcangelo Santamaria


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