Moda e costume

Come la moda divenne moda.

I bei vestiti esistono da sempre, ma la “moda” è un fenomeno del Novecento. In passato esistevano moltissimi tipi di abbigliamento, che variavano a seconda del ceto sociale e del luogo. Nelle corti ci si vestiva in modo diverso rispetto agli ambienti borghesi e l’abbigliamento dei francesi differiva da quello degli inglesi o degli italiani. Tutto questo ebbe una radicale svolta quando un certo Worth,sarto,non volle più essere solo il fornitore di sua altezza imperiale, all’epoca Eugenia,moglie di Napoleone III. Fu così che iniziò a firmare gli abiti con il suo nome, come fa un vero e proprio artista. Nasce , così, la GRIFFE,e da quel momento il fornitore diventa un couturier e la sua creazioni “la moda”. Caratteristica principale è la mutevolezza: non appena qualcosa diventa “di moda”, inizia già ad essere “fuori moda”. Ma l’effetto boomerang è la sua prerogativa :tutto ritorna, poi, ad essere nuovamente “di moda”, opportunamente rivisitato. Quella che è stata definita la “moda della moda” è frutto dell’entusiasmo e dell’euforia innovativa degli stilisti anni ’60. Nell’era della riproducibilità capirono che un capo di abbigliamento, per essere considerato un oggetto di creazione, non ha più bisogno di essere unico. Così la griffe si rende indipendente dall’abito: al via occhiali da sole,biancheria intima,vasi..basta la firma per rendere lo stilista internazionalmente accettato. Adesso non è più necessario che dietro ad ogni singolo capo ci sia uno specifico stilista. Un abile ufficio di marketing è in grado di trasformare qualsiasi nome in un modello raffinato. Dalla t-shirt alla scarpa da tennis,tutto può diventare oggetto di culto, quasi come fosse una creazione di Worth. La moda, in tutta la sua potenza, incarna e illumina lo spirito di un’epoca, plasma le generazioni, definendo i mutamenti e i contrasti culturali…….e noi non possiamo farne a meno!











Stefania Avola