Riceviamo e pubblichiamo

Il dialogo interreligioso di Monte Sole, Benedetta ci racconta la sua esperienza

Benedetta, con una sua lettera alla nostra redazione, che di seguito pubblichiamo integralmente, ha voluto raccontare ai nostri lettori la sua esperienza di dialogo interreligioso a Monte Sole, in provincia di Bologna. Grazie alla CEI, per quattro giorni, 23 ragazzi musulmani e 22 cristiani si sono confrontati ed hanno vissuto insieme.

Le quattro intense giornate della Summer School 2019 di Monte Sole sul tema “fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune” sono state un dono prezioso ed un’occasione unica di arricchimento personale. L’evento, ben organizzato e guidato da esperti in vari ambiti, mi ha permesso di conoscere tante culture, tanti mondi diversi dai miei, tanti quanti erano i partecipanti, al di là del loro essere cristiani o musulmani. Le conferenze, i laboratori, i dibattiti sono stati stimolanti e hanno acceso dentro di me molti interrogativi sulle tematiche trattate, spazianti dall’ambiente alle migrazioni, dalla religione alla storia.
Sembra ancora risuonare in me la parola “fatica”, pronunciata innumerevoli volte dal superstite dell’eccidio di Monte Sole Ferruccio Laffi, con una partecipazione emotiva tale da scuotermi nel profondo. È la fatica di far fronte alla sofferenza, di rialzarsi dopo essere caduti, di accettare l’evidenza che il male serpeggia nell’umanità, ma di scegliere la via dell’amore, piuttosto che quella del rancore. È la fatica di una continua ricerca, di un cammino incessante… “Vivere è difficile”, afferma Massimiliano Foà, insegnante di teatro, ma non impossibile, purché siano la gentilezza, l’ascolto e l’amore a guidarci, come vuole suggerire il laboratorio dello stesso Massimiliano.
E la teologa Shahrzade Houshmand ci ha invitato proprio ad innamorarci di chi è diverso da noi, pur senza rinnegare noi stessi, ciò in cui crediamo, perché, se Dio è amore, come fa l’identità religiosa ad ostacolare la fratellanza? Secondo l’esperta non è autentica, non è positiva un’identità religiosa che si veste di superbia, che si arroga la presunzione di cambiare l’altro, di “illuminarlo”! Concetto, questo, che si ritrova nelle parole della psichiatra Maria Inglese, la quale ammonisce circa i pericoli insiti nell’idea unica, nell’ambito della religione, così come in quello dell’ideologia, anche perché dentro ciascuno si agitano mille identità, non una sola, una “comunità fantasma” che suscita il conflitto dentro noi stessi, per cui tentiamo di ridurre il frastuono della sovrapposizione di più voci ad un’unica voce, ma ciò porta alla radicalizzazione!
Come recita il documento di Abu Dhabi, punto di partenza della Summer School di quest’anno: “Il pluralismo e le diversità di religione, di colore, di sesso, di razza e di lingua sono una sapiente volontà divina, con la quale Dio ha creato gli esseri umani. Questa Sapienza divina è l’origine da cui deriva il diritto alla libertà di credo e alla libertà di essere diversi. Per questo si condanna il fatto di costringere la gente ad aderire a una certa religione o a una certa cultura, come pure di imporre uno stile di civiltà che gli altri non accettano”.
In questi quattro giorni abbiamo messo in pratica il valore del dialogo, che presuppone l’ascolto e il rispetto, ma che a volte deve fare i conti anche con la paura, che spesso ci condiziona fortemente e genera pregiudizio, paura che la nostra identità sia minacciata, che la nostra verità sia messa in discussione. Ma, d’altro canto, abbiamo imparato il valore del silenzio, con la complicità dell’ambiente naturale in cui siamo stati immersi. Abbiamo ricordato che parlare a volte non serve, che troppe parole possono anche essere deleterie, che i nostri sentimenti hanno dignità pari, se non superiore, alla nostra razionalità, e ci accomunano tutti, in quanto esseri umani.
Abbiamo mangiato insieme, incrociato sguardi, passeggiato gli uni accanto agli altri, scherzato e riso assieme, come fratelli, come amici.
Sicuramente il frutto di questa esperienza non sarà la risoluzione dei problemi che affliggono l’umanità, le tragedie continueranno ad accadere, le storture non scompariranno…
Forse dovremmo abituarci a vedere la bellezza che c’è in ciò che ci circonda, nelle persone che incontriamo per strada, e allo stesso tempo accettare i nostri limiti di esseri umani, innamorandoci ogni giorno di più della vita.

Benedetta Draià

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