Politica

Floristella. “Progetti per il futuro?”

floristella santa Barbara

Che fine hanno fatto i programmi di sviluppo dell’Ente Parco varati durante la presidenza Bonsignore e inseriti nel «PIST Centro Sicilia» per beneficiare dei finanziamenti comunitari del PO FESR 2007-2013? È questo l’argomento che dovrebbe trovare risalto sulle pagine dei giornali, sia per informare la pubblica opinione sullo stato dei lavori d’implementazione del Parco minerario, sia per chiedere l’intervento della politica del territorio a sostegno dell’implementazione medesima. Progetti per altro molto rilevanti per il decollo dell’area, come quello riguardante il completamento del Palazzo Pennisi di Floristella, destinato a diventare il più importante museo della civiltà mineraria del Meridione d’Italia, o come quello della parziale riapertura del Pozzo n. 3 con la realizzazione di una galleria didattica che mostri al visitatore la reale fattezza di un sotterraneo minerario; o come l’altro, l’acquisto di un trenino turistico per gli spostamenti dei visitatori lungo i percorsi di visita. Di questi tre interventi – di cui al Piano Integrato sottoscritto dall’Ente Parco nel 2009 – solo il treno parrebbe essere sulla dirittura d’arrivo. Degli altri progetti si sono perse le tracce. E tra tutti, desta particolare apprensione la battuta d’arresto registrata dal progetto di «Completamento del restauro e musealizzazione di Palazzo Pennisi da destinare a museo delle miniere» giacché, pur se approvato e inserito nella graduatoria di merito della Linea 3.1.4.2., Asse VI, risulta purtroppo il primo dei non finanziati. Una iattura, se si pensa che il mancato completamento dei lavori di restauro, già in gran parte realizzati con un precedente finanziamento POR curato della Soprintendenza di Enna, oltre a compromettere i piani di sviluppo dell’area mineraria, consegnerebbe il palazzo a un nuovo processo di degrado che renderebbe vane le opere sin qui eseguite e annichilirebbe il presupposto per il pieno recupero del prestigioso manufatto architettonico.

Toccherà dunque al nuovo presidente del parco, allorquando sarà nominato, il non facile compito di riallacciare le fila con il lavoro degli «antesignani», quegli uomini che senza particolari clamori e sorretti da competenza, classico spirito degli inizi e qualche felice intuizione (come quella di attingere personale dai lavori socialmente utili, oggi unica forza lavoro che l’Ente può permettersi), hanno a suo tempo tracciato le linee essenziali per la costruzione del Parco minerario. E non sarà stato un caso se, al varo della legge n. 17 del 1991 (una legge innovativa per l’epoca) che istituiva due musei regionali delle miniere, una miniera-museo e il Parco minerario Floristella-Grottacalda, soltanto quest’ultimo è partito mentre tutti gli altri sono rimasti al palo.

Salvatore Di Vita