Elena di Savoia Regina consorte del primo Re d’Italia
Nacque a Cettigne, all’epoca capitale del Principato del Montenegro. Figlia del futuro re del Montenegro Nicola I (Nikola Mirkov Petrović Njegoš),di origine gitano anche se a lungo taciuto fu educata ai valori e all’unione della famiglia; la conversazione a tavola si svolgeva in francese e si discuteva con eguale disinvoltura di politica e di poesia; le abitudini e le relazioni nella famiglia Petrović Njegoš erano accurate ma non soffocavano la spontaneità dei caratteri e delle personalità
In Italia nel frattempo, la regina Margherita si preoccupava per le sorti dell’unico figlio, futuro re e, in accordo con Francesco Crispi, di origini albanesi e desideroso di una maggiore apertura dell’Italia verso il mondo slavo, combinarono l’incontro tra i due giovani che avvenne al teatro La Fenice di Venezia in occasione dell’Esposizione Internazionale d’Arte.
La scelta può essere vista come il tentativo di arginare gli effetti delle nozze fra consanguinei che affliggevano grande parte della nobiltà europea dell’epoca, favorendo il diffondersi di difetti genetici e di malattie come l’emofilia. Vittorio Emanuele III, figlio di cugini primi, non avrebbe potuto generare un erede sano con una sposa troppo vicina a lui per albero genealogico. Grazie al matrimoniocon Elena, invece, ebbe come erede Umberto II, niente affatto simile al padre per quanto riguardava statura e salute.
Dopo un altro incontro in Russia, Vittorio Emanuele formulò la richiesta ufficiale al padre di Elena, Nicola I. Essendo di religione ortodossa, per potersi sposare con un principe cattolico Elena dovette abiurare e conseguentemente convertirsi alla fede cattolica.
Il matrimonio e figli
Il matrimonio fu celebrato il 24 ottobre 1896: la cerimonia civile si tenne al Quirinale, quella religiosa nella Basilica romana Santa Maria degli Angeli alla quale la madre di Elena non partecipò perché ortodossa osservante. Elena indossava in capo un velo intessuto di fili d’argento che disegnavano migliaia di margherite. Il corteo era composto da sei berline di gran gala, alcune tirate da sei cavalli bai, precedute da corazzieri. A seguito della sconfitta di Adua, non furono nozze sfarzose, non c’erano reali stranieri tra gli invitati. Per l’evento fu ideato un francobollo speciale, noto come Nozze di Vittorio Emanuele III, che però non fu mai emesso, a parte rare copie circolate sotto forma di saggio. Tuttavia esistono numerose medaglie-ricordo con i busti della coppia di sposi.
In viaggio di nozze gli sposi si recarono con il panfilo Jela (Elena in lingua montenegrina) sull’isola di Montecristo dove vissero il loro amore semplicemente, evitando gli appuntamenti mondani. Elena assecondò il marito in tutto. La sua presenza accanto al sovrano si mantenne sempre umile e discreta, non fu mai coinvolta in questioni strettamente politiche, ma dedita e attenta ai bisogni del suo popolo adottivo. Predisposta particolarmente per lo studio delle lingue straniere, fece da traduttrice al marito per il russo, il serbo e il greco moderno, tenendogli in ordine l’emeroteca dei giornali stranieri.
Dal matrimonio con Vittorio Emanuele III ebbe quattro figlie, Iolanda (1901-86), Maf
La Regina e le guerre
La regina Elena, nel corso del suo regno, visse entrambe le guerre mondiali: l’11 agosto 1900, infatti, in seguito all’assassinio del padre, Vittorio Emanuele dovette improvvisamente salire al trono. Dal punto di vista ufficiale Elena assunse tutti i titoli del marito Vittorio Emanuele III: Regina d’Italia e, con l’avvento dell’Impero Coloniale, Regina d’Albania e Imperatrice d’Etiopia. La coppia reale si trasferì a Roma, al Quirinale.
La prima guerra mondiale (1915-1918)
Durante la prima guerra mondiale Elena fece l’infermiera a tempo pieno e, con l’aiuto della Regina Madre, trasformò in ospedali sia il Quirinale sia Villa Margherita; per reperire fondi lei stessa inventò la “fotografia autografata” che veniva venduta nei banchi di beneficenza, mentre alla fine del conflitto propose la vendita dei tesori della corona per estinguere i debiti di guerra.
La seconda guerra mondiale (1940-1944)
Elena era a fianco del marito quando questi dichiarò l’entrata in guerra dell’Italia il 10 giugno 1940; come risulta dalle sue memorie, il 25 luglio era presente a Villa Ada quando Vittorio Emanuele fece arrestare Mussolini: l’arresto del Duce provocò grande indignazione nella Regina, che rimproverò al marito di aver compiuto un atto indegno di un sovrano affermando che suo padre Nicola non avrebbe mai convenuto ad un atto così disonorevole. Il 9 settembre del 1943 seguì il marito nella cosiddetta “fuga” a Brindisi, dove il re si rifugiò lasciando Roma subito dopo che fu reso noto al pubblico l’armistizio con gli Alleati che egli aveva segretamente firmato a Cassibile il 3 settembre per porre fine alla guerra. Il 23 settembre la figlia Mafalda venne arrestata dai nazisti e portata nel lager di Buchenwald, dove morì nel 1944.
Dopo la fine della guerra, che per l’Italia viene fissata convenzionalmente nel 25 aprile 1945, Elena andò in esilio col re il 9 maggio del 1946, subito dopo che Vittorio Emanuele III ebbe abdicato a favore del figlio Umberto assumendo il titolo di Conte di Pollenzo.
La coppia reale si ritirò a Villa Jela, ad Alessandria d’Egitto, ospite di re Farouk I d’Egitto, che ricambiò così l’ospitalità data a suo tempo dal regno italiano a suo nonno, Isma’il Pascià. Durante l’esilio i due coniugi festeggiarono il cinquantesimo anniversario di matrimonio. Elena rimase col marito in Egittofino alla morte di quest’ultimo, avvenuta il 28 dicembre 1947.
Tre anni dopo si scoprì malata di cancro e si trasferì in Francia, a Montpellier, e nel novembre 1952 si sottopose a un difficile intervento chirurgico nella clinica di Saint Cóm, dove morì il 28 novembre. Fu sepolta, come suo desiderio, in una comune tomba del cimitero Saint-Lazare a Montpellier. L’intera città si fermò per assistere e partecipare al suo funerale. La Municipalità di Montpellier ha intitolato il viale che porta al cimitero alla regina Elena e le ha innalzato un monumento.
65 anni dopo la sua morte, il 15 dicembre 2017, la salma della regina è stata rimpatriata da Montpellier e sepolta nel santuario di Vicoforte, nella cappella di San Bernardo (la stessa dove è sepolto il duca Carlo Emanuele I), dove il 17 dicembre successivo sono stati tumulati anche i resti del consorte Vittorio Emanuele III da Alessandria d’Egitto.