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Il Real Madrid di Mourinho indossa abiti “made in Valguarnera”

I proprietari della Giudice Confezioni Quando ieri mattina le principali agenzie di stampa hanno battuto la notizia che il Real Madrid di Josè Mourinho, indossa abiti italiani, prodotti in Sicilia, il centralino della “Giudice Confezioni”, opificio tessile valguarnerese che dal 1966 produce abiti di alta sartoria, è andato in tilt. Si è proprio vero, la squadra calcistica più titolata al mondo, alla qualità in campo ha aggiunto l’eleganza fuori dal terreno di gioco, vestendo made in Italy. <<E’ stato lo stesso -Josè Mourinho- ci racconta il cotitolare e responsabile commerciale della “Giudice”, Giovanni Zuccalà- a scegliere le nuove divise del Real. Mourinho ha scelto il tessuto, i colori e persino le rifiniture. Più di 200 abiti prodotti a Valguarnera, quindi, hanno vestito la prima e la seconda squadra del Real Madrid, tutto lo staff dirigenziale e persino il cuoco della squadra. Le stesse divise sono state prodotte anche per il settore Basket del Real>>. Josè Mourinho, a Madrid, sceglie tutto, anche le divise dei suoi giocatori e di tutti i suoi dirigenti. L’operazione commerciale che per l’azienda di Valguarnera, sta avendo un incredibile eco mediatico, è stata effettuata tramite l’organizzazione “Gomez de Zamora”, dalla “Pedro Hierro”. <<Non possiamo che esser orgogliosi- afferma Giovanni Zuccalà- per la nostra azienda, le nostre maestranze, Valguarnera e la Sicilia. Tutto è rigorosamente made in Italy. Il tessuto delle divise del Real -aggiunge- è stato prodotto da “Loro Piana”, il più prestigioso lanificio italiano che ha sede nel biellese>>. Giovanni Zuccalà racconta l’esperienza vissuta a Madrid: <<Prima siamo stati ospiti presso la sede sportiva del Real, dove abbiamo portato i 3 modelli che abbiamo proposto. Una volta scelto il modello, il nostro sarto, Salvatore De Francisca ha preso le misure a tutti i giocatori, compresi quelli che avevano da poco fatto ritorno dalla Coppa America>>. Vestire un calciatore, a quanto pare, non è facile. Spalle larghe, quadricipiti iper svillupati e le esigenze di chi naviga nell’oro e non bada al portafoglio. <<Alla consegna degli abiti, tutti si sono mostrati entusiasti per l’alta qualità del prodotto che abbiamo fornito e per la comodità degli abiti. Ogni calciatore ne ha avuti due>>. Mentre Giovanni Zuccalà racconta la più grande operazione mediatica della “Giudice”, arriva lo zio, Salvatore Scribano, presidente dell’azienda, con i figli Rosalia (Responsabile amministrativo) e Domenico (Responsabile logistica e delle Risorse umane). Sono loro che guidano la “Giudice” che con un fatturato annuo di 8 milioni di euro, a Valguarnera, dà lavoro La maglia del Real Madrid a 150 persone. Il pallone del Real, autografato da Kakà, Cristiano Ronaldo e compagni, è in mostra sul tavolo del Cda della “Giudice”. All’ingresso dell’azienda la storica maglia delle “merengues”, è uno dei nuovi simboli dell’opificio tessile che con il Real sta per chiudere un contratto quadriennale. Salvatore Scribano, presidente della “Giudice” di fede calcistica milanista, prima racconta la sua chiacchierata telefonica con Kakà con l’asso brasiliano emozionato e pronto a complimentarsi per l’ottima fattura del nuovo abito; poi, quando gli ricordiamo le parole da lui pronunciate qualche anno addietro <<non possiamo competere con il mercato cinese che vende abiti per poche decine di euro>>, Salvatore Scribano, orgoglioso dice:<< Per il futuro della nostra azienda, abbiamo puntato sull’alta sartoria. La strada si sta rivelando quella giusta. Una volta le grandi squadre, per vestire i loro campioni cercavano le grandi firme. Oggi il Real è entusiasta del nostro prodotto, speriamo che ciò porti dei benefici al nostro mercato, sia in estremo oriente sia nel centro e sud america, dove stiamo cercando di espanderci>>. A Valguarnera, paese con poco meno di 8 mila abitanti, qualche anno addietro, circa 400 persone lavoravano negli opifici tessili. Poi arrivarono i primi venti di crisi che nel giro di un paio d’anni spazzarono via varie aziende. La levata scudi non servì a salvare centinaia di posti di lavoro e quello che per anni era stato il polo tessile siciliano, svanì nel giro di poco tempo. A salvarsi furono poche aziende. Tra queste la più grande e più antica: la “Giudice” che dal 1966 non ha tralasciato la qualità del proprio prodotto che esce dalle mani fatate degli operai e operaie valguarneresi, autentici fuoriclasse dell’alta sartoria che da oggi hanno un motivo in più per essere orgogliosi del loro lavoro.

Arcangelo Santamaria