Cultura e Società

Un amico un po’… “Silvano”


Valguarnera – Giorno 30 giugno alle ore 16.00 nella sede dell’Associazione culturale “Francesco Lanza”, in via Angelo Pavone 25, si terrà il primo torneo scacchistico in memoria di “Silvano Pavone”. Il torneo, organizzato da Franco Bruno, istruttore nazionale giovanile di scacchi, nasce per ricordare la figura di Silvano Pavone e promuovere il nobil giuoco. Arbitrerà il sig. Carmelo Rizzo, mentre la premiazione è prevista intorno alle ore 20. Per favorire la partecipazione dei giovanissimi è stata predisposta la categoria under-14. “Lo scopo non è soltanto quello di ricordare la persona di Silvano Pavone”, spiega Franco Bruno, “ma anche quello di diffondere tra i più giovani la passione per il gioco”. Tra i partecipanti, anche alcuni alunni delle scuole elementari di Enna, Piazza Armerina e Leonforte. All’evento interverranno i familiari di Silvano Pavone, a cui sarà consegnata una targa in ricordo del loro congiunto. “Mi auguro”, continua Franco Bruno, “che questo sia il primo di una lunga serie di appuntamenti annuali”. Silvano Pavone, prematuramente scomparso il 18 maggio 2012, è noto a tutti i valguarneresi  per il suo animo mite e la vicinanza agli ultimi. Ha condotto una vita sobria e quasi appartata, dedicandosi prevalentemente alla religione e all’impegno civile e sociale. Frequentatore assiduo della Chiesa Madre e del Boccone del Povero, praticava infatti la preghiera e si adoperava tantissimo per l’assistenza agli anziani. Innumerevoli sono state nella sua vita le manifestazioni di carità evangelica, oggetto di un’ampia aneddotica che andrebbe raccolta ed ordinata. Spesso lo si poteva incontrare per le strade del paese dove non mancava mai di fraternizzare con tutti, approfittando dell’occasione di conversazione per evangelizzare. Sostenuto da una discreta cultura filosofica di ispirazione cattolica, ingaggiava volentieri con amici e giovani studenti “discussioni peripatetiche” che si concludevano spesso con l’invito ad approfondire la neoscolastica ed in particolare la lettura del filosofo francese Maritain. Non gli mancava tuttavia, nel difendere la fede cattolica, una certa verve polemica, che talora lo rendeva di modi piuttosto “silvani”. Verve che comunque rapidamente rientrava, allorquando si rendeva conto di avere tracimato, con pronte scuse rivolte all’interlocutore, ma con un altrettanto rapido invito alla preghiera e alla conversione. Notevole inoltre l’impegno civile, intrapreso anche con la creazione di fogli di informazione politica e sociale (l’esperienza del giornale “Teseo”). Tra gli altri passatempi “intellettuali”, Silvano coltivava la passione per il gioco degli scacchi, di cui era tra i promotori a Valguarnera, mediante l’apertura del circolo scacchistico “Chaturanga”, fucina di giovani talenti, tra i quali è opportuno ricordare il candidato Maestro Internazionale Francesco Bentivegna, valguarnerese che già da anni si distingue quale valente giocatore. Gli scacchi non rappresentavano per Silvano solo un passatempo, ma dovevano tradursi in un concreto impegno sociale, volto a favorire nei ragazzi un modo diverso di concepire il divertimento, ovvero passare da luoghi chiassosi e dispersivi alla pratica di un gioco che richiede si forte competitività, ma anche calma e riflessione. Il rapporto di Silvano con gli scacchi si riconduceva così ampiamente alle finalità evangeliche del suo cattolicesimo sociale. La predominanza di tale “visione” è ancora una volta dimostrata dall’aneddotica che circola sul suo conto. Si racconta che di fronte ad un avversario in evidente tensione, perché in inferiorità di pezzi sulla scacchiera, Silvano abbia concesso dei “regali”, portandolo così ad una facile vittoria. Interrogato in seguito dagli spettatori dello strano incontro sulle ragioni di tale evidente concessione, egli rispose che il suo avversario soffriva già troppo e che non era il caso di esacerbarne ulteriormente l’animo. Chi lo ha visto infine alle prese con le 64 caselle, lo ricorda come giocatore atipico: capace di battere un maestro e di perdere, pur impegnandosi nella partita, con un bambino neofita. La passione per il gioco emerge inoltre in alcuni suoi racconti inediti (anche questi andrebbero raccolti e riordinati), nei quali, ricostruendo brillanti partite, evoca scenari in cui la vittoria spetta sempre al più puro, al bambino geniale che sovverte la tracotanza tronfia dei vecchi giocatori. Non si può che leggere, in queste scelte narrative, quella predilezione per i piccoli, di evangelica memoria, che ha contraddistinto tutta la sua vita.

Giovanni Di Vita
Luigi Pavone