Cultura e Società

Il viaggio verso l’Europa di chi scampa alla morte dei naufragi di Lampedusa . La testimonianza di Enzo Barnabà.

Io sto con la sposa

Ho letto con interesse la lettera di Salvatore Speranza a proposito degli immigrati a Valguarnera. Lettera sulla quale esprimo il mio accordo di fondo. Vorrei portare una mia testimonianza. Come alcuni lettori sanno, io vivo a Grimaldi, le ultime case italiane prima della frontiera, dove la Riviera ligure si sposa con quella francese. Da secoli, il passo alle spalle del paese è stato percorso da clandestini: antifascisti, ebrei, gente che sfuggiva alla miseria (molti i siciliani, tra di loro, negli anni 1950), ecc. Chi non conosce i sentieri può cadere negli strapiombi e lasciarci la vita Non per nulla, il posto viene chiamato Passo della Morte. E’ stato nel 1960, a Capodanno, che vi è morto l’ultimo italiano, un ragazzo proveniente dalla Toscana .

Nell’ottobre scorso ho ricevuto la telefonata di un giovane scrittore che pubblica con la mia stessa casa editrice. Si chiama Gabriele Del Grande ed è uno specialista del mondo arabo. Ogni tanto riconosco la sua voce quando alla radio lo intervistano sulla Siria o sulla Libia.  Chiama da Milano: “Caro Enzo, la stazione centrale è piena di siriani scampati all’ultimo naufragio dalle parti di Lampedusa. Vogliono andare in Germania o in Svezia ma da soli non possono. Ho deciso di trasformarmi in regista cinematografico e di filmare il loro viaggio aiutandoli a passare le varie frontiere. Per facilitare i passaggi, una profuga (palestinese nata e cresciuta in un campo siriano: più profuga di così si muore) si travestirà da sposa, con tanto di abito bianco…”. E continua a raccontarmi il progetto. Accetto con entusiasmo.

In novembre, il falso corteo nunziale è a Grimaldi. Assieme alla mia compagna, li guidiamo verso il Passo della Morte e gli facciamo attraversare il filo spinato arrugginito che segna il confine sul crinale. Prima gli ho mostrato i ruderi pieni di scritte in arabo dove i passeur stipavano i candidati all’emigrazione clandestina. Tutto viene filmato da cameraman  di alto livello.

slide_358521_3982158_compressedQuattro giorni dopo, ricevo il messaggio “Arrivati ad Helsinki. Varie peripezie ma tutto bene”.

Perché la pellicola diventi un vero film occorrono 75.000 €. Inizia la raccolta su internet. Qualche mese dopo, l’obiettivo è raggiunto e superato. Stamani è arrivata la grande notizia: a settembre il film andrà alla Mostra di Venezia!

Per saperne di più: http://www.huffingtonpost.it/2014/07/24/io-sto-sposa–festival-venezia_n_5616374.html?fb_action_ids=894095397270728&fb_action_types=og.likes

Enzo Barnabà