Cultura e Società

<> Al Circolo Unione il film che racconta la vera storia di un gruppo di profughi.

io-sto-con-la-sposa

Valguarnera – «Perché non facciamo un matrimonio? Quale poliziotto di frontiera chiederebbe mai i documenti a una sposa?». All’inizio sembrava solo una battuta, poi l’inverosimile diventa realtà e una finta sposa con un finto corteo nuziale attraversano tutta l’Europa, destinazione Svezia.

È questa l’estrema sintesi del film Io sto con la sposa che sarà proiettato venerdì alle 18,30 nel salone del Circolo Unione su iniziativa dell’Amministrazione comunale e in collaborazione con lo stesso sodalizio.

Ma non si tratta di un film leggero o fantastico. Si tratta di una storia realmente accaduta sulla strada da Milano a Stoccolma tra il 14 e il 18 novembre 2013. È la storia di Abdallah, un ragazzo palestinese, superstite del naufragio in cui sono annegati 250 suoi compagni di viaggio. E il suo racconto incrocia per caso il solidale intervento di Antonio Augugliaro, Gabriele Del Grande e Khaled Soliman Al Nassiry che decidono di aiutarlo (e con lui altri profughi mediorientali) inscenando il finto matrimonio, arrivando davvero in Svezia e facendo della storia un film di cui saranno i registi. Con un rapido passaparola un nutrito drappello di italiani, palestinesi e siriani, si ritrovano a far da corteo nuziale. Ed è così che ragazzi e ragazze delle due rive del Mediterraneo, pronti a rischiare tutto, si ritrovano insieme per dimostrare che questo può essere ancora un mare che unisce.

Il film diventa subito il cult low cost della solidarietà, giacché sovvenzionato dal basso da ben 2.617 finanziatori e divenendo altresì il documento simbolo contro il disastro umanitario in mare e gli orrori delle guerre in corso.

«Sull’onda emotiva dell’ultima tragedia del mare che ha visto morire svariate centinaia di migranti – dice l’assessore ai Beni Culturali Eleonora Draià – la proiezione di questa pellicola vuole assumere una valenza di riflessione che va oltre la semplice visione di un film, riverberando piuttosto nelle coscienze di tutti noi l’attualità di una questione che i paesi della comunità europea affrontano ancora in maniera contradittoria e di per sé inefficace».

Salvatore Di Vita