Cultura e Società

Una lapide in onore di Francesco Marotta. La cerimonia nell’anniversario della sua morte.

[Marotta%2520Francesco%255B3%255D.jpg]Valguarnera – Venerdì 24 aprile alle ore 10,30 il sindaco Sebo Leanza e il presidente del Comitato provinciale dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) Salvo Balistreri scopriranno una lapide in onore del partigiano valguarnerese Francesco Marotta, caduto in combattimento a Genova il 24 aprile del 1945. La cerimonia, voluta dall’Amministrazione comunale e dall’ANPI ennese in occasione del 70° anniversario della Liberazione, cadrà in concomitanza con la data di morte dell’eroe ed avrà luogo nella piazza del paese che già porta il suo nome.

Nell’immediato dopoguerra, infatti, il Consiglio comunale dell’epoca decise di mettere mano alla toponomastica cittadina sostituendo i nomi delle vie riconducibili ai Savoia e a quel periodo storico, con altri di chiara impronta repubblicana e antifascista. Tra questi nomi furono ovviamente inclusi quelli dei concittadini caduti nelle ultime fasi della II guerra mondiale e classificati come partigiani dalle autorità che ne rilevarono la morte. Così, la piazza adiacente alla parte alta della centralissima Via Matteotti, già intestata a Vittorio Emanuele III, fu intitolata a Francesco Marotta. Nella zona nord del paese, nei pressi della chiesa di S. Anna, fu invece individuata la via che tutt’oggi è dedicata a Giuseppe Augino, il partigiano della “Banda Tom” fucilato con altri dodici in località “Cittadella” a Casale Monferrato.

Recenti studi compiuti dagli attivisti dell’ANPI, tra cui lo storico Enzo Barnabà e l’universitario Calogero Laneri, hanno permesso di acquisire ulteriori elementi su quelle giovani vite. Si è saputo così – e ce ne siamo occupati in queste pagine – che il nome di Augino è il primo della lista su una lapide commemorativa di Casale Monferrato e che l’ANPI casalasco onora il 15 gennaio di ogni anno (ricorrenza della fucilazione) quei caduti della “Banda Tom”. Si è saputo ancora che anche il nome di Marotta sta su una lapide, stavolta nel quartiere Marassi di Genova, e che aderì convintamente al movimento partigiano, rimanendo ucciso nei combattimenti per la liberazione della città in cui viveva già da tempo. Si sa meno di un terzo caduto, Filippo Vizzini – a cui è intitolata l’omonima via –, morto a Collecchio e annoverato tra i fucilati o morti in battaglia in quel triste periodo.

«Oggi l’Amministrazione comunale – dice il sindaco Leanza – intende onorare i valori della Resistenza e la memoria di quegli animosi che la realizzarono. Intanto facendo in modo che i loro nomi non siano un semplice riferimento toponomastico per i passanti. E anche a questo servirà la posa della lapide in Piazza Marotta, mentre nelle targhe stradali delle altre vie intitolate ad Augino e Vizzini, sarà aggiunta la qualificazione “partigiano” per far comprendere e ricordare il sacrificio di quegli uomini immolatisi per la liberazione d’Italia».

Salvatore Di Vita