Politica

Salvatore Di Vita sulla vicenda di Floristella. “Chi sa parli!”

Salvatore Di Vita«Sarebbe ora di smetterla con questa cialtronata del vulnus di legalità che graverebbe su Floristella. Di finirla con le allusioni non spiegate, le frasi smozzicate, i riferimenti a presunti buchi neri e a luoghi destinati al malaffare e all’extraterritorialità». Questo il commento stizzito fatto da Salvatore Di Vita – per anni funzionario direttivo del Parco Minerario Floristella-Grottacalda – alla serie di articoli e dichiarazioni che periodicamente appaiono sulla stampa, quasi a voler mettere a repentaglio il prestigio e la credibilità di quell’ente pubblico voluto dal legislatore regionale per tutelare i luoghi della zolfara e recuperarne le vestigia a cominciare dal maestoso Palazzo Pennisi.

«Chi sa parli – continua Di Vita – chi è a conoscenza di presunte illegalità perpetrate a Floristella le denunci alle autorità competenti, dica come e quando questo posto sarebbe diventato “alla società precluso, luogo di interessi poco chiari, luogo di oscure presenze che allontanano il grande pubblico” (Cfr. La Sicilia 31/08/2014, p. 30). Quanti affermano di conoscere i fatti e si paludano dietro il vessillo della legalità, abbandonino le paranoie della calunnia ed escano allo scoperto per spiegare con chiarezza e senza reticenze i “misfatti” che là sarebbero stati compiuti. Diversamente, stiano zitti una volta per tutte e la smettano di gettare fango su luoghi e persone che non lo meritano, perché il Parco minerario oggi ha bisogno di sostegno concreto e non di demonizzazione, ancor più adesso che con le difficoltà di finanza pubblica c’è di mezzo la sopravvivenza stessa dell’Ente. Non a caso a Palermo si vocifera di soppressione, mentre a Caltanissetta, e non da ora, si mettono nero su bianco disegni di legge che fagociterebbero Floristella in una realtà altra, certamente non più autonoma, forse discosta dai Comuni e dalla Provincia di Enna che sino adesso l’hanno tenuta finanziariamente in vita. Il tutto, nella noncuranza della politica ennese, nell’indifferenza che lascia spazio a quanti, dell’ultim’ora, pontificano senza conoscere, o a quant’altri, come la “Legambiente” di Enna, incalzano il Consiglio d’amministrazione dell’Ente Parco chiedendogli di compiere azioni che in questo momento non può e non deve fare».