Cronaca e Attualità

Operazione antimafia “Nerone 2”. Nella notte arrestate sei persone.

CARUSO Elena classe 1970CRAPA Nicola  classe 1967DI MARCO Ivano AntonioGUGLIARA Luigi classe 1968LA MASTRA Antonino classe 1958SCIVOLI Vincenzo classe 69

Durante l’operazione antimafia denominata “Nerone 2”, questa notte, sono stati tratti in arresto due imprenditori, accusati di essere a disposizione di Cosa Nostra e di aver ottenuto lavoro ad Aidone attraverso

l’intervento di appartenenti all’organizzazione mafiosa, e quattro soggetti, di cui due già condannati in primo grado per aver fatto parte di “Cosa Nostra” ennese. Le indagini, condotte dalla sezione “criminalità organizzata” della Squadra Mobile della Questura di Enna, sono state dirette dalla Procura della Repubblica – DD.A. di Caltanissetta che ha richiesto l’emissione del provvedimento restrittivo al G.I.P., il quale con ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere ha disposto l’arresto delle sei persone. Nel corso della notte, dunque, sono stati così arrestati 2 imprenditori, uno di Ramacca (CT) l’altro di Isnello (PA) i quali, avvalendosi di un reciproco scambio relazionale con esponenti di “cosa nostra” ennese, erano riusciti ad aggiudicarsi lavori di movimento terra, carpenteria e fornitura di calcestruzzi, per il rifacimento delle opere di urbanizzazione della zona artigianale di Aidone (EN). Gli imprenditori, grazie alle pressioni effettuate dal sodalizio criminale che ha posto in essere atti intimidatori ai danni di ditte locali al fine di farle desistere dalla effettuazione dei lavori, hanno così consentito l’ulteriore affermazione del sodalizio mafioso anche sul tessuto economico del posto, ricavando per se vantaggi patrimoniali. I reati contestati sono il concorso esterno in associazione mafiosa e l’illecita concorrenza con minaccia e violenza.

Gli imprenditori arrestati sono:

  1. CRAPA Nicola, di Isnello (PA), classe 1967;
  1. LA MASTRA Antonino, di Raddusa (CT), classe 1958;

Inoltre è stato tratto in arresto

  1. GUGLIARA Luigi, nato a Rivoli (TO) il 27.7.1964, residente ad Aidone in via Cavour nr. 144.

Ed è stata notificata ua nuova ordinanza di custodia nei confronti dei detenuti

  1. SCIVOLI Vincenzo, classe 1969, residente ad Aidone;
  1. CARUSO Elena, classe 1970, residente ad Aidone;
  1. DI MARCO Ivano Antonio, classe 1973, residente a Raddusa.

Estratto del comunicato stampa della Polizia di Stato di Enna:

L’attività d’indagine culminata nell’operazione, convenzionalmente denominata, “Nerone”, aveva messo in luce l’esistenza in Aidone di una articolazione della “famiglia” di Enna di “Cosa Nostra” che aveva iniziato a sottoporre sistematicamente ad estorsione le imprese che si aggiudicavano lavori nel territorio di quel Comune. In relazione all’attività di quel gruppo mafioso, i cui esponenti di maggior spicco erano stati individuati in SCIVOLI Vincenzo, DI MARCO Ivano Antonio e ABATI Riccardo, è intervenuta la sentenza di condanna del G.U.P. presso il Tribunale di Caltanissetta in data 26 maggio 2011, che ha riguardato specificamente il reato associativo e numerosi episodi estorsivi (tra i quali quello ai danni dello stesso CRAPA Nicola). Il CRAPA Nicola, imprenditore di Isnello (PA), in un primo momento vittima dell’attività estorsiva del gruppo, dopo avere pagato la “messa a posto” mentre eseguiva i lavori per la demolizione e la ricostruzione di un fabbricato nel quartiere San Giacomo di Aidone ed aver rifiutato qualsiasi forma di collaborazione con gli inquirenti, diventava, per il sodalizio mafioso, un imprenditore di fiducia che “doveva prendere lavori”, perché “amico” e disponibile al pagamento della tangente. Peraltro il CRAPA aveva già, di sua iniziativa, cercato referenti mafiosi di particolare “peso” in provincia di Enna al fine di rapportarsi meglio all’organizzazione criminosa e “migliorare” il rapporto con la stessa. Lo specifico intento del CRAPA di favorire il sodalizio mafioso si evidenziava ulteriormente quando quest’ultimo, sentito dagli inquirenti, non solo negava fatti e circostanze relative alla acclarata estorsione subita in relazione al lavoro di San Giacomo, ma negava di avere partecipato successivamente ad altri lavori ad Aidone, dimostrando di essere pienamente consapevole di averli ottenuti grazie al suo “avvicinamento” al sodalizio mafioso. Sul conto del LA MASTRA, altro imprenditore ma di Raddusa (CT), il collaboratore di giustizia DI FAZIO aveva già riferito dei legami con “Cosa Nostra”, grazie al quale poteva disimpegnare agevolmente la propria attività imprenditoriale. Nel corso delle indagini è stato acclarato che SCIVOLI Vincenzo, servendosi di CARUSO Elena e di GUGLIARA Luigi detto “Gino”, faceva collocare delle bottiglie contenenti liquido infiammabile nei pressi delle abitazioni di due imprenditori della zona, che avevano avuto contatti con la RAICOST, impresa palermitana aggiudicataria dei lavori per le opere di urbanizzazione della zona artigianale di Aidone, per distoglierli dall’offrire le loro forniture e la loro opera. Tale iniziativa era stata assunta dallo SCIVOLI dopo un colloquio con il LA MASTRA e dopo avere avuto l’approvazione da parte del DI MARCO. Le indagini permettevano di verificare anche come gli esponenti della criminalità si fossero mossi per promuovere l’accordo anche fra LA MASTRA e CRAPA, i quali si incontravano presso la zona “Belvedere” di Aidone alla presenza dello SCIVOLI (aprile 2010). Quindi il DI MARCO veniva intercettato mentre si compiaceva del fatto che l’organizzazione mafiosa, assicurandosi adeguati profitti, aveva fatto in modo che i lavori della zona artigianale di Aidone venissero divisi tra LA MASTRA e CRAPA, garantendo anche l’accordo fra quest’ultimi; al riguardo affermava che “loro” erano “gli uomini della pace” che facevano restare tutti contenti, purchè essi stessi potessero rimanere a loro volta ancora più soddisfatti.