Cronaca e Attualità

Si suicida Stephen Crohn, l’uomo immune al virus dell’Aids

Stephen crohn

NEW YORK –  Si è tolto la vita Stephen Crohn, 66 anni, l’uomo che la scienza ha considerato a lungo un vero e proprio mistero perché immune nei confronti del virus Hiv. Artista, scrittore e giornalista, era il bis-nipote del noto gastroenterologo Burril Crohn, il primo a descrivere la patologia che ha preso il suo nome. La sua è una storia iniziata nel 1978, quando il suo compagno Jerry Green, ginnasta, contrasse il virus dell’Hiv. Crohn si prese cura di lui, fino a quel giorno del 1982 in cui Green morì ormai cieco e divorato dalla malattia. Nel corso degli anni l’Aids uccise diversi amici dell’artista newyorkese che, nonostante fosse sessualmente attivo, non contrasse mai la sindrome da immunodeficienza acquisita. Capendo di essere diverso decise allora di collaborare con i medici e, dimostrando un coraggio non comune, accettò di esporre i propri globuli bianchi al virus dell’HIV con una concentrazione migliaia di volte superiore a ciò che accade nell’organismo umano. Ma anche in quel caso Crohn non contrasse il virus. Studiando il suo dna gli scienziati notarono una anomalia genetica  (chiamata mutazione delta-32 nel gene Ccr5) che lo rendeva immune. Il virus dell’Hiv attacca i globuli bianchi attraverso due ricettori, ma Crohn grazie a un’anomalia genetica che colpisce solo l’1% della popolazione mondiale, ne aveva uno difettoso. Grazie a lui e alla sua particolare “errore” genetico, gli scienziati hanno messo a punto un farmaco, il Maraviroc, che bloccando il recettore CCR5 impedisce nei soggetti infettati dal virus Hiv che la malattia degeneri.  “Il modo in cui ha contribuito ad aumentare la nostra conoscenza del virus è stato straordinario”, dice  Bruce Walker, direttore del Ragon Institute of Massachusetts General Hospital e dell’Harvard Aids Research Center. Oltre a questo Crohn è stato anche un artista prolifico e un uomo molto attaccato alla famiglia. È la sorella a divulgare la notizia della sua morte avvenuta il 23 agosto. Ed è sempre la sorella a spiegare come Crohn da tempo soffriva di una profonda depressione. “Mio fratello – ha detto Amy Crohn Santagata al New York Times – ha visto tutti i suoi amici morire, mentre lui è sopravvissuto. Questo l’ha spinto a chiedersi se ci fosse un motivo. Era una persona straordinaria”. “La famiglia – ha scritto l’altra sorella Carla Crohn Friedman – era la cosa più importante per lui. Adorava essere lo zio di tutti i suoi numerosi nipoti. Eraspiritoso, divertente e affascinante. Era brillante e aveva talento in tutto. Egli è ora in pace e con le persone che amava così tanto su questa terra”.

(Fonte: Repubblica.it)