Cultura e Società

Manoscritto degli anni ‘20: “Valguarnera centro antifascista tra i più importanti della provincia di Caltanissetta”

SezioneSocialista1920-1Capita talvolta che rimischiando nell’archivio domestico, qualche carta dimenticata salti fuori a ricordarci un fatto di molti anni prima, un avvenimento importante, qualche cosa che a distanza di tempo assume un rilievo diverso rispetto al momento in cui è accaduto.

Una di queste «carte» è uscita recentemente dall’archivio di Pier Francesco Battiato, medico e uomo pubblico valguarnerese, che all’interesse per la speculazione intellettuale aggiunge da sempre il vezzo di custodire le cose. Sia che si tratti di libri, documenti o altro materiale d’intrinseco valore culturale.

Lo scritto venuto fuori stavolta è un appunto, una riflessione vergata a mano negli anni venti del Novecento da tal Peppino Greco – profumiere o barbiere o tutt’e due le cose – che riporta la notizia della fondazione della prima sezione socialista a Valguarnera. Il fatto in sé non sembra di particolare interesse, ma il corredo della notizia, la descrizione della passione politica di quegli anni, gli uomini e i luoghi di allora, fanno assumere al quel pezzo di carta ingiallito un valore documentale che merita di essere assunto a futura memoria per quanti vorranno approfondire qualche aspetto della storia paesana più recente.

Greco ci dice che la prima sezione del Partito Socialista Italiano nasce nel 1920 nella casa a pian terreno di don Piddu Fidemi, in Via Alighieri. Ci dice anche che questa è una delle più belle della provincia di Caltanissetta (a cui Valguarnera apparteneva) e che gli iscritti sono i migliori giovani del paese per morale e cultura. Studenti, artigiani, agricoltori, che si raccolgono attorno a Francesco Lanza, fondatore e primo segretario della sezione. Già, proprio lui. Il famoso giornalista e scrittore, quello dei Mimi – a quel tempo non ancora affermatosi – , osteggiato in questa sua intrapresa politica da tutto il conservatorismo paesano che vedeva come fumo negli occhi il socialismo d’allora.

Lanza è un grande amico dello stesso Greco, come testimoniano i coevi e le lettere custodite nel volume «Opere» di Sarah Zappulla Muscarà, che pubblicherà postuma una raccolta di scritti del versatile narratore italiano.

Ancora, Greco racconta che nelle elezioni politiche del 1924, nonostante la diffida comminata ai più «pericolosi» socialisti della sezione dal maresciallo dei carabinieri affinché non circolassero il giorno delle elezioni, furono trovate allo scrutinio circa 800 schede socialiste. Un numero elevatissimo per un paese come Valguarnera, frutto del lavoro di propaganda – scrive Greco – svolto da Giuseppe Pavone, Angelo Incardona, Gaetano La Delfa e altri amici.

L’appunto ingiallito restituisce anche un altro episodio degno di nota. Nel giugno del ’24, dopo il delitto Matteotti, «di sera un gruppetto di socialisti eravamo seduti dentro il Caffè Turrisi (l’attuale Bar 2001, nda) e al momento che la musica doveva suonare in piazza uscimmo cantando l’inno dei lavoratori e gridando “Viva Matteotti”. A queste voci si unirono altre voci di giovani che sostavano in piazza. Benintesi i musicanti scapparono e i carabinieri comandati dal maresciallo Vitale sciolsero la manifestazione».

Valguarnera – conclude Greco – era un centro antifascista tra i più importanti della provincia di Caltanissetta e a seguito di questa manifestazione pubblica la polizia incrementò la sorveglianza, le diffide e le perquisizioni, nei confronti dei socialisti più in vista del paese.

Salvatore Di Vita