Politica

Disegno di legge per i Parchi Comunali Minerari. Latitanti i politici ennesi

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Ha iniziato il suo cammino parlamentare il disegno di legge “Disposizioni per l’utilizzo e la valorizzazione del patrimonio minerario dismesso” presentato all’Assemblea Regionale Siciliana il 2 ottobre scorso per essere successivamente ritirato e ripresentato il 13 dello stesso mese. Verosimilmente per una rimodulazione dell’articolato, che rimane tutt’ora sconosciuto perché nel sito ufficiale dell’Ars il testo risulta “in fase di caricamento”. Però, da una prima bozza del DDL presentata a Caltanissetta nel luglio scorso a una platea di sindaci e amministratori del nisseno e dell’agrigentino, si evince che l’iniziativa parlamentare ha lo scopo di “creare nuovi e agili strumenti legislativi per incentivare lo sviluppo del turismo minerario in Sicilia” mediante l’istituzione di “Parchi minerari comunali” affidati a “enti parco” presieduti dai sindaci del territorio in cui ricade il sito minerario che si vuole tutelare e incentivare.

A quanto si sa, non sono coinvolti nella discussione del disegno di legge i parlamentari, i sindaci e le comunità dell’ennese che pure avrebbero da dire la propria al riguardo, giacché la bozza in discussione all’Ars prevede tutta una serie di “abrogazioni e modifiche” in seno al dispositivo dell’art. 6 della legge 17/1991, proprio quell’articolo che istituì nel cuore dell’Isola il primo ente pubblico regionale con finalità di tutela della civiltà mineraria siciliana, ovvero il Parco Minerario Floristella-Grottacalda, tutt’ora partecipato nella gestione dai comuni di Aidone, Enna, Piazza Armerina, Valguarnera e dalla ex Provincia regionale. Primo firmatario della proposta è il nisseno Gianluca Micciché (UDC) seguito da altri 4 deputati dello stesso gruppo, da 6 del NCD e 1 di Forza Italia. Come detto, nessun parlamentare ennese tra i firmatari del provvedimento che risulta ancora non assegnato alla commissione di merito per l’istruttoria. Si è dunque in tempo per approfondire i tanti aspetti non del tutto esplicitati. Come quello della presidenza assegnata ai sindaci del territorio in cui ricade la miniera, che vedrebbe esclusi in perpetuo dalla carica quei comuni come Valguarnera che, seppure zolfiferi per antica tradizione, non hanno territorio con presenza di vestigia minerarie. Non da sottacere, tra le tante dubbie questioni, l’aspetto del personale subordinato da utilizzare per il funzionamento di questi “parchi comunali” (non basta individuare solo le figure di alto profilo). E inoltre, i lavoratori del Parco Floristella-Grottacalda, oggi alle dipendenze di un ente della regione, poi passerebbero al comune?

Salvatore Di Vita