Politica

Servizio Idrico, i Comitati cittadini ennesi sulla Commissione tecnica prevista dal Presidente Musumeci

<<Sono pochi i comuni della provincia di Enna che hanno sentito il dovere di dedicare un po’ di tempo ad un problema sentito dalla popolazione, come quello delle criticità riguardanti il sevizio idrico>>. A dirlo è l’ingegnere Elio Pistorio, in qualità di rappresentante dei Comitati cittadini ennesi. Pistorio è amareggiato per il pressapochismo di molti consigli comunale e spiega cosa è accaduto. Il presidente della Regione, Musumeci, con proprio decreto ha costituito in provincia di Enna la Commissione Tecnica prevista dall’articolo 12 della L.R. 19/2015 (Ripubblicizzazione dell’acqua in Sicilia), al fine di verificare inadempienze e irregolarità da parte del gestore privato tali da portare ad una risoluzione anticipata del contratto. I componenti la Commissione sono il commissario straordinario dell’Ato, che la presiede, un funzionario dell’assessorato regionale, tre sindaci (Calascibetta, Nicosia e Regalbuto), un rappresentante delle organizzazioni sindacali e un rappresentante dei comitati cittadini per l’Acqua Pubblica. <<E’ chiaro- afferma Pistorio- che il compito demandato alla commissione è delicatissimo e al tempo stesso è una ghiotta possibilità di mandare a casa il gestore, qualora le inadempienze siano tali da portare alla tanto agognata, da parte della stragrande maggioranza degli utenti, risoluzione del contratto>>. Per verificare le criticità sul servizio idrico, che in questo territorio sono tantissime e molte, questo il Coordinamento dei Comitati Cittadini Ennesi, per evidenziare le specificità territoriali, lo scorso 12 febbario, ha inviato una Pec (Posta elettronica certificata) ai 19 Comuni che fanno parte dell’Ato idrico di Enna. Con le comunicazioni trasmesse via Pec ai presidenti dei consigli comunali ed ai rispettivi consiglieri comunali, gli stessi sono stati invitati, in tempi brevi, considerati i tempi limitati per la consegna della relazione al presidente della Regione, a tenere una seduta di consiglio comunale straordinaria per approvare un allegato ordine del giorno attraverso il quale il civico consesso invitava il sindaco ad acquisire una apposita relazione redatta dall’Ufficio Tecnico per fare emergere le criticità del servizio idrico in ciascun comune; relazione da inviare alla Commissione tecnica provinciale, a chiedere di rendere pubblici i verbali della Commissione e ad acquisire la relazione finale della stessa Commissione per esaminarla in apposita seduta consiliare. Ma pochi comuni si sono dati da fare. <<Alcuni consigli comunali si sono già tenuti, come Agira, Troina, Aidone e Centuripe. Di altri – dice Elio Pistorio- abbiamo notizie che qualcosa si muove (Catenanuova). Altri (Enna) hanno ritenuto di audire in conferenza dei capigruppo il Coordinamento dei Comitati Cittadini Ennesi, dando mandato al sindaco per approfondire il tema. In altri i consigli comunali, invece, si sono tenuti senza che il presidente del consesso avesse inserito l’argomento all’ordine del giorno (Regalbuto), ma, naturalmente, senza potere assumere alcuna decisione. Altri hanno ritenuto di non comunicare ai consiglieri quanto richiesto con Pec (Valguarnera e Piazza Armerina). Degli altri Comuni (Assoro, Calascibetta, Cerami, Gagliano Castelferrato, Leonforte, Nicosia, Nissoria, Pietraperzia, Sperlinga, Villarosa) non si hanno notizie di alcuna attività.
Nei Comuni di Regalbuto e Valguarnera, dopo una serie di polemiche è stato preso l’impegno di inserire l’ordine del giorno alla prima seduta utile>>. Pistorio richiama i rappresentanti istituzionali alle proprie responsabilità e aggiunge:<<Al di là degli atti consumati dai presidenti dei consigli comunali che, probabilmente, ricevuta la Pec, hanno omesso di comunicare a tutti i consiglieri quanto richiesto (non si giustifica altrimenti il silenzio di tutti quei comuni che non hanno dato riscontro alla richiesta), è necessario ricordare che sicuramente non siamo in campagna elettorale e per queste ragioni i nostri rappresentanti istituzionali non svolgono il ruolo di interpreti degli interessi della propria collettività che da tempo ha manifestato che è stanca di pagare l’acqua tra le più care d’Italia, ricevendo, peraltro, un servizio sicuramente non corrispondente, in termini di qualità e funzionalità, a quello che si paga. Magari, parecchi di quelli che oggi fanno finta di non capire o di non leggere, ieri ai cittadini hanno chiesto il voto anche per tornare alla gestione pubblica del servizio. I cittadini hanno, attraverso questa vicenda, la possibilità di vedere il vero volto dei propri amministratori. Invitiamo, pertanto e ancora una volta, tutti i rappresentanti istituzionali eletti di farsi carico delle esigenze dei cittadini e di mettersi al loro servizio>>.

Arcangelo Santamaria