Politica

Angelo Bruno sulla sua fuoriuscita dal PD

Il consigliere comunale Angelo Bruno lascia il Pd di cui era capogruppo e unico rappresentante in consiglio comunale. L’ufficialità é arrivata durante la seduta del civico consesso di venerdì sera, durante il quale Bruno ha dato lettura di un documento con il quale ha motivato la sua decisione. << Mi sono a lungo interrogato sui valori che sin da subito hanno caratterizzato il mio impegno politico e istituzionale. La difesa degli ultimi, la continua battaglia per i diritti civili, la libertà come elemento imprescindibile e la necessità di dare voce a chi non ce l’ha. Valori che- ha detto Bruno- con mio forte rammarico non ho più ritrovato all’interno del partito che rappresento in consiglio comunale>>. Angelo Bruno ha poi aggiunto:<< La mia non è una polemica, ma semplicemente una riflessione lucida della realtà dei fatti. Con il Pd lascio un percorso che immaginavo diverso, lascio la comunità che doveva rappresentare il sacrificio di Pio LaTorre ma si è accontentato semplicemente di essere un partito a porte girevoli. Si è vero, lascio un pezzo di cuore, ma le vicende delle primarie, prima per la scelta del candidato al parlamento siciliano e poi quelle della scelta del candidato presidente della nostra regione, hanno segnato il limite di un malessere sopportato per troppo tempo. Le interferenze di vecchi e soliti personaggi e di gruppi politici che con la nostra storia ed i nostri valori nulla hanno a che fare, legittimati anziché respinti da chi nella nostra provincia doveva rappresentare un nuovo Partito Democratico, ha rappresentato per me un punto di non ritorno. Un partito che illudendosi di raccattare qualche voto in più, oltre a farsi del male, ha sacrificato l’impegno di tanti giovani pronti a costruire una classe dirigente nuova, capace e anche elettoralmente competitiva. In un attimo mi sono ritrovato in un partito, che dopo avere criticato per anni Forza Italia, nella nostra provincia permette ancora ai “politici” con la valigia in mano di nascondersi dietro la figura dell’uomo forte che possibilmente sarà eletto al parlamento siciliano. Da Consigliere Comunale e da Capogruppo del PD avrei potuto approfittare del momento e restare, ma non è mia abitudine mortificate me stesso e i tantissimi elettori che mi hanno sempre premiato. Non è mio costume restare in un posto in cui non mi sentirei più a mio agio. Non è questo il modello di partito a cui avevo dato la mia adesione, la stessa adesione avvenuta solo dopo aver dimostrato che un giovane può essere eletto anche da indipendente. Il mio obiettivo non era certo, e mai lo sarà, quello di ridare voce e prestare la mia immagine a personaggi che in tutti i modi tentano di ritornare nonostante le clamorose sconfitte elettorali, i continui inviti dei cittadini a farsi da parte e l’arroganza di pensare di essere gli unici capaci di amministrare la cosa pubblica. Non sono io che lascio il Partito Democratico, è il Pd che ha tradito se stesso>>.

Arcangelo Santamaria