Cronaca e Attualità

Cittadina valguarnerese denuncia comportamento scorretto dell’impiegato allo sportello delle raccomandate dell’ufficio postale

ufficio postale di Valguarnera

La signora Rosa Impellizzeri, ha indirizzato una nota alla nostra redazione nella quale racconta quanto successole presso l’ufficio postale di Valguarnera, denunciando, a suo dire, il comportamento scorretto dell’operatore allo sportello spedizioni <<Negli ultimi anni – dice la signora Impellizzeri- numerose sono state le segnalazioni di disagio evidenziate dagli utenti dell’ufficio postale di Valguarnera. Voglio raccontare anch’io la mia spiacevole esperienza di utente saltuaria delle Poste italiane e, in particolare, dell’ufficio postale sopra indicato. Mi trovavo alla Posta per spedire un piccolo pacco. Avvicinandomi allo sportello riservato a Pacchi/Telegrammi ho atteso tranquillamente il mio turno, dal momento che davanti a me c’era un altro utente che, per conto di una grossa azienda locale, sbrigava i rituali adempimenti burocratici. Nel frattempo osservavo intorno e vedevo con grande tenerezza che c’erano numerosi anziani in piedi, alcuni anche con problemi alle gambe, visibili soprattutto nelle anziane, che aspettavano rassegnati il loro turno, sperando che qualcuno prima o poi si alzasse dalle sedie presenti in numero davvero esiguo e ridicolo per l’utenza che si serve di questo Ufficio. Dopo circa trenta minuti di attesa, ecco il mio turno. Mi avvicino allo sportello quando in contemporanea arriva un’altra dipendente dell’ufficio che lascia al collega addetto ai pacchi una pila di corrispondenza appoggiata su altri pacchi. L’impiegato (indifferente alla normativa vigente secondo cui tutti i dipendenti delle pubbliche amministrazioni che svolgono attività a contatto con il pubblico sono tenuti a rendere visibile il loro nominativo attraverso l’uso di cartellini), senza neanche alzare lo sguardo verso di me che gli chiedo “mi spedisce questo pacco per piacere?”, comincia a passare le buste davanti al lettore ottico e continua così a evadere il lavoro d’ufficio dimentico di chi gli stava davanti. Poiché mi accorgo che neanche mi risponde, a voce un pò più sostenuta gli rifaccio la stessa domanda “mi spedisce questo pacco per piacere?” E lui con aria scocciata e infastidita quasi dalla mia richiesta risponde “non vede che ho già cominciato questo lavoro e che non posso finire?” In un baleno mi sono passate per la mente alcune situazioni paradossali lette qua e là sulla cecità burocratica italiana. La risposta mi ha spiazzata, ma, riprendendomi immediatamente ho chiesto ad alta voce se il lavoro d’ufficio avesse la precedenza sull’utenza. Mi sono sentita rispondere un secco sì. Mi sono ripresa il pacco, sperando di chiarire l’episodio con il direttore il quale, glissando, ha detto che non si trattava di lavoro d’ufficio. Ho cercato il Codice Etico del Gruppo Poste Italiane, del 28 settembre 2009 e ho letto con interesse il paragrafo 8 relativo alle Norme etiche nei confronti di terzi che così recita “L’attenzione al cliente è perseguita con competenza, professionalità, cortesia, trasparenza, correttezza e imparzialità, nella consapevolezza che è importante garantire la soddisfazione delle aspettative e consolidare la fiducia nel Gruppo”. Che altro aggiungere?>>. Abbiamo contatto il direttore dell’Ufficio postale di Valguarnera che non essendo autorizzato da Poste Italiane a rilasciare dichiarazioni alla stampa, si è limitato a dire di avere dato tutte le spiegazioni necessarie alla signora Impellizzeri>>.

Arcangelo Santamaria