Cultura e Società

La figlia di un combattente canadese scrive a Vittorio Speranza. Brillante conferenza sulla battaglia della II guerra mondiale a Valguarnera

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Valguarnera – Un’interessante e poco nota pagina di storia locale è stata rivelata al numeroso pubblico presente nell’incontro organizzato giovedì scorso dal Circolo Unione con il patrocinio del Comune. “La battaglia di Valguarnera – 18/07/1943”, questo il titolo intelligibile della conferenza svolta brillantemente dal prof. Vittorio Speranza che si è avvalso per la sua esposizione di numerosissime fotografie e slide, frutto di uno scrupoloso lavoro di ricerca storica compiuta prevalentemente su internet.

Non uno storico – come ci tiene a precisare l’interessato – ma un ricercatore particolarmente attratto dagli avvenimenti della seconda guerra mondiale e dalla microstoria locale legata a quei fatti che il Nostro ha indagato con passione, riportando molti particolari assolutamente inediti che dimostrano come la battaglia di Valguarnera sia stata un evento tutt’altro che secondario nella fase di penetrazione delle truppe alleate all’interno dell’Isola. Qui, infatti, l’impatto col nemico avuto dalla 1° Divisione Canadese, se non fosse stato prontamente risolto come avvenne, avrebbero potuto ritardare e compromettere buona parte delle operazioni militari alleate per la conquista dell’Isola lungo la direttrice che da Pachino (luogo dello sbarco) portava sin oltre le montagne degli Erei e dei Nebrodi.

Vittorio Speranza per il suo lavoro ha attinto a piene mani nei diari di marcia dei reggimenti, ha studiato le fotografie ritrovate, ha indagato le motivazioni delle decorazioni al valore e tutto quello che a vario titolo è oggi reperibile nel web. E dall’insieme dei frammenti ha ricostruito accuratamente le fasi della durissima battaglia di Valguarnera che rappresentò per le truppe canadesi il battesimo del fuoco contro i veterani della Divisione Goering che ne contrastavano l’avanzata. Da qui l’importanza storica della ricerca, testimoniata dal notevole interesse degli stessi canadesi, gli epigoni di quelli del ’43, che in occasione del settantesimo anniversario dello sbarco hanno ripercorso quei luoghi – e con più di un reduce ultranovantenne al seguito – su iniziativa del magnate nordamericano Steve Gregory.

In ultimo, ed è stata la cosa inaspettata della serata, Speranza ha letto, non senza emozione, una lunga lettera fattagli pervenire dalla figlia di uno dei combattenti canadesi venuta a conoscenza della ricerca. Un riconoscimento e un ulteriore motivo d’orgoglio che ha ingiunto molti tra i presenti a sollecitare l’autore per la realizzazione di un libro che fissi in maniera durevole la narrazione di quei fatti.

Salvatore Di Vita