Cultura e Società

Il SINDACO DEL RIONE SANITÀ, primo film italiano in concorso

Il SINDACO DEL RIONE SANITÀ
Primo film italiano in concorso
Regia di MARIO MARTONE

Eccomi qua. Allora, a me questo film non è piaciuto. Ma non perchè Martone non sia un bravo regista. Adesso spiego perchè. È una recensione molto personale. Alle mie amiche è piaciuto molto.
Dunque, si tratta della trasposizione adattata nella Napoli dei giorni nostri della omonima pièce teatrale di Eduardo De Filippo.
E tanto di cappello a Sig. Eduardo De Filippo, ci mancherebbe altro! Io non ho visto la versione originale teatrale, anche se il titolo lo conoscevo benissimo.
Tuttavia in primis trovo discutibile che due film in concorso italiani a questa mostra parlino uno della malavita a Napoli e l altro della mafia.
Argomenti molto pittoreschi, cinematograficamente parlando, però…anche due palle, no?

Io non guardo Gomorra, Suburra, non mi pace niente.
Trovo che gli attori napoletani siano tutti bravi, ma tutti uguali.
Almeno io li avverto,così . I napoletani recitano tutti bene perchè nascono così, teatrali, enfatici, esagerati, spettacolari! Nascono già attori!
Poi quando recitano in napoletano, come in questo caso, sono talmente naturali che sembra che non recitino! Fanno sè stessi! Ma questo non è un complimento!
Napoli è un set, è bellissima, comunque la inquadri sembri un grande regista! Non voglio dire che Martone non sia bravo però…fai un film su Napoli e è bello,per forza, solo che sembra sempre la stessa pappa riscaldata!
Io ne ho due palle di Filomena Marturano, scusate!
Questi attori sono tutti bravi, ma recitano tutti allo stesso modo, per me. Quando i napoletani fanno i napoletani sembrano tutti finti napoletani, lo stereotipo del napoletano!
E io mi annoio.
L’ho trovato un film pesante.

Poi non sopporto proprio la mentalità che trapela da queste sceneggiature. Bellissime eh? Io non posso criticare un gigante come Eduardo.
Ma, vedete, questo stile di vita parallelo in cui lo stato non c’è, ma c’è il sindaco del rione sanità, a cui ci si rivolge con deferenza e che non è altro che un bullo maschilista, però osannato come un uomo di grandi valori; questo stile di rapporti fra uomini d’onore, questo rispetto al don, che alla fine, anche se ha ammazzato e si è salvato al processo solo per aver portato otto testimoni falsi, è considerato un galantuomo. Insomma questa mentalità meridionale delle mafie, con questi rapporti sussiegosi, questi baci, abbracci, questi drammoni, io non li sopporto. Mi viene una gran tristezza, anche se capisco che quella realtà è così e il regista non ha fatto altro che raccontarla.
Però è piaciuto.
Insomma, attori bravi, ma è la solita Napoli dei bassifondi. Io mi annoio. Preferisco leggere il libro di Luigi Leonardi, se devo interessarmi di boss ecc.
Sono sicura che a voi piacerà.
Io gli dò 6, per rispetto di Eduardo.

Giovanna Lombardo