Sanità

Ancora nessun accordo firmato col Boccone del Povero. Dopo 50 giorni si attende ancora che le parole si trasformino in fatti.

Cinquantesimo giorno di chiusura per il poliambulatorio comunale “Sebastiano Arena” che fa capo all’Azienda sanitaria provinciale di Enna. Si attende ancora che la notizia del 2 giugno scorso che dava per “raggiunto l’accordo per il trasferimento del poliambulatorio nei locali del Boccone del Povero”, si traduca in fatti. Ieri pomeriggio, sia suor Francesca, che ricopre il ruolo di economa generale della Congregazione regionale delle Suore Bocconiste, sia l’avvocato, Giuseppe Bisso, legale della Congregazione, hanno confermato che il contratto di locazione tra “Il Boccone del Povero” e l’Asp non è ancora stato siglato. Nel frattempo i servizi sanitari di cui possono usufruire i valguarneresi, dallo scorso 18 aprile sono stati drasticamente ridotti. Gli unici funzionanti, oltre alla Guardia medica e al 118, sono quei pochi che (solo per visite ambulatoriali), dallo scorso 1 giugno, sono stati riattivati presso l’ex sede della polizia municipale, all’interno di uno stanzone (condiviso con la Guardia medica) e scisso in due locali con una improvvisata parete divisoria fatta da armadi. Tanti i valguarneresi che stanno subendo immani disagi e che devono continuare a fare la spola con altri paese della provincia per usufruire di servizi come Pediatria, Vaccinazioni, Fisioterapia e quant’altro, dallo scorso 18 aprile ha smesso di funzionare a Valguarnera. Nel frattempo il coordinatore dei Comitati cittadini Ennesi, Carlo Garofalo e il presidente del Comitato cittadino di Valguarnera, Pippo Catalfamo, attendono la convocazione da parte del prefetto di Enna, al quale è stato chiesto un incontro congiunto con il direttore dell’Asp, per fare luce sulla chiusura del poliambulatorio. Il comitati cittadino, vuole che venga riaperto il “Sebastiano Arena”.

Arcangelo Santamaria