Cronaca e Attualità

Floristella incenerita!

Il fuoco a Floristella è arrivato presumibilmente da nord-ovest, dalla parte del Torrente Scavo, ha bruciato il bosco nella parte sommitale della contrada per poi scendere a valle, investire il locale bilico e la sala argano del pozzo 2 e il dopolavoro, attraversare l’area dei pozzi e dei forni di fusione dello zolfo e risalire oltre il Rio Floristella verso Palazzo Pennisi, l’area dei capannoni del pozzo 3 e la palazzina uffici sede del Parco minerario Floristella-Grottacalda, un ente pubblico regionale aderente al Geopark “Rocca di Cerere” dichiarato patrimonio dell’Unesco.

Ampiamente deturpate le specie arboree che fanno da cornice a uno dei siti d’archeologia industriale più importanti e significativi del meridione d’Italia, dov’è documentata la vicenda estrattiva dello zolfo siciliano dal momento del suo insorgere nei primi dell’Ottocento e sino alla chiusura del 1986.

A poco sono valsi gli sforzi delle squadre della forestale e della protezione civile che hanno fronteggiato le fiamme, alimentate dal forte vento e dalle alte temperature, senza l’ausilio dei Canadair già impegnati altrove per lo spegnimento dei numerosi roghi divampati in tutto il territorio isolano.

Sul fronte dei danni, oltre quelli a flora e fauna, incenerita parte della palificazione telefonica degli uffici; bruciato il ponticello carrabile sul Rio Floristella; a fuoco alcune porte al piano terra del Palazzo Pennisi e di un terrazzo al primo piano, evitati danni più gravi grazie all’ampio staglio fatto a suo tempo dal personale del parco. Stesso discorso per la palazzina uffici dove il forte calore ha fatto esplodere il vetro camera di una finestra al primo piano e incendiato il relativo infisso in legno della stanza che, adibita ad archivio cartaceo, poteva diventare l’innesco di un rogo all’interno della stessa costruzione. Il pronto intervento di un’auto pompa della forestale presente sul posto ha scongiurato tale eventualità. Andata distrutta anche buona parte della cartellonistica e diverse altre installazioni esplicative.

Adesso, dopo due giorni di fuoco che ha lambito anche Grottacalda, l’acre odore di bruciato, la cenere e la desolazione sostituiscono i profumi del bosco e la frescura in cui quotidianamente decine e decine di persone si avvicendavano per respirare aria buona, fare sport, passeggiare o visitare i reperti di quella che fu una fiorente industria zolfifera le cui vestigia sono ricomprese a mo’ d’un isola dentro il demanio forestale. Come in tanti altri casi, restano aperti gli interrogativi sulle eventuali responsabilità e sui modi con i quali si sarebbe potuta evitare una sciagura di queste proporzioni.

Salvatore Di Vita