Cronaca e Attualità

Il comune di Valguarnera risponde alla Namastè

E’ arrivata la replica del Comune di Valguarnera sulla vicenda riguardante A. la ragazza disabile, ospite della comunità Namastè. Qualche giorno addietro, la dottoressa Laura Boria, responsabile della Namastè, aveva puntato il dito contro l’ente valguarnerese, accusandolo di avere abbandonato la propria concittadina. Tramite la sindaca Francesca Draià, abbiamo ricevuto una nota della dottoressa Santina Amatore, responsabile dei Servizi sociali comunali. <<False sono le dichiarazioni in cui si lascia intendere che il Comune di Valguarnera si sia disinteressato alla ragazza e che non abbia a cuore le sorti dei minori e dei disabili. Una comunità alloggio non iscritta all’Albo regionale come la “Namastè” non fornisce adeguate garanzie e standards ai Comuni che devono tutelare i loro cittadini in difficoltà e non consente la stipula di convenzione sulla base della normativa regionale vigente. Si ribadisce la disponibilità di questo Comune a farsi carico della ragazza presso una comunità alloggio iscritta all’Albo di cui all’art. 26 L.R. 22/86>>. Sono queste alcuni stralci della nota del Comune di Valguarnera che pubblichiamo integralmente.

Arcangelo Santamaria

In merito alla vicenda della giovane disabile pubblicata qualche giorno fa nelle testate giornalistiche locali si esprime un grande rammarico per la strumentalizzazione che viene usata al fine di raggiungere scopi di natura esclusivamente economica da parte della Comunità “Namastè”.

Per chiarire meglio la vicenda e nel rispetto della privacy della giovane, contrariamente a quanto relazionato dalla responsabile della struttura Namastè che ha descritto dettagliatamente la triste storia familiare e personale della ragazza, rendendola pubblica alla stampa locale, si specifica di seguito ciò che è possibile dichiarare in questo contesto pubblico senza ledere l’immagine della ragazza e senza violare la privacy della stessa.

La giovane, ancora minorenne, inserita in idonea struttura dal Comune di Valguarnera insieme al proprio nucleo familiare, ha subìto diversi trasferimenti per motivazioni non imputabili a questo Ente e qui non descrivibili, fino all’inserimento presso una comunità alloggio per minori di Solarino, struttura a retta regionale regolarmente iscritta all’Albo ai sensi dell’art. 26 della L. R. 22/86.

Fino al mese di maggio del 2016 vi era un procedimento aperto presso il Tribunale per i Minorenni di Caltanissetta il quale, con un decreto del 6 Maggio 2016, dichiarava la propria incompetenza territoriale e trasferiva gli atti alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Catania, demandando il caso ai Servizi Sociali competenti territorialmente e cioè quelli del Comune di Solarino. Da qual momento il Comune di Valguarnera non ha più ricevuto né relazioni di aggiornamento da parte della Comunità, né provvedimenti da parte del Tribunale.

Solo in data 30/01/2018 la predetta Comunità di Solarino comunicava al Servizio Sociale di questo Comune la dimissione della minore, già avvenuta in data 26/01/2018, e il suo trasferimento presso la Comunità Terapeutica “Villa Namastè” di Caltagirone senza, per altro, motivarne le condizioni che hanno reso necessario e indispensabile tale trasferimento.

A seguito di detta comunicazione, questo Comune rispondeva prontamente con nota del 05/02/2018, precisando che nessuno, né i Servizi Sociali di Solarino, né la Comunità dove la minore era stata inserita fino a quel momento e nemmeno il Tutore della minore, aveva coinvolto preventivamente e obbligatoriamente il Servizio Sociale di questo Ente, così come previsto dalla vigente normativa, per aggiornarlo sulle criticità sopraggiunte e che potevano eventualmente motivarne il trasferimento, né tanto meno nella suddetta comunicazione era stato specificato il soggetto o l’Ente che aveva individuato la struttura presso cui era stata trasferita la minore, compito questo spettante al Comune che si assume l’obbligo economico del ricovero ai sensi della L. R. 22/86.

False sono pertanto le dichiarazioni in cui si lascia intendere che il Comune di Valguarnera si sia disinteressato alla ragazza e che non abbia a cuore le sorti dei minori e dei disabili. Infatti, questo Comune, nonostante la mancata correttezza procedurale e di legge come sopra descritta, ha immediatamente effettuato le verifiche sulla struttura dove la ragazza era stata trasferita, atto propedeutico questo per procedere alla stipula del rapporto convenzionale con il quale si statuisce l’onere per il pagamento della retta di ricovero, riscontrando però che la “Villa Namastè” non risulta iscritta all’Albo regionale delle istituzioni assistenziali, né nella sezione minori né in quella inabili, come disposto dalla L. R. 22/86.

Tale iscrizione garantisce ai Comuni la qualità dei servizi offerti dalle strutture residenziali, sia in termini strutturali (locali adeguati e a norma) che di personale (presenza di figure specialistiche e in numero adeguato, nonché rispetto dei Contratti Collettivi Nazionali). Una comunità alloggio non iscritta all’Albo regionale come la “Namastè” non fornisce adeguate garanzie e standards ai Comuni che devono tutelare i loro cittadini in difficoltà e non consente la stipula di convenzione sulla base della normativa regionale vigente.

L’Albo di cui all’art. 26 della L.R. 22/86 è stato istituito proprio per garantire la qualità degli standard strutturali e gestionali dell’Ente assistenziale che deve garantire un servizio pubblico e che è sottoposto a vigilanze e controllo dall’Assessorato Regionale alla Famiglia.

Per cui questo Comune, non intendendo abdicare agli obblighi di natura morale ed assistenziale, specie se riguardanti minori o disabili, si è immediatamente attivato reperendo altra idonea Comunità in regola con la prescritta normativa, presso cui trasferire la ragazza.

Di questo si è data tempestiva informazione al Tribunale per i Minorenni di Catania, al Tutore della minore e al Servizio Sociale del Comune di Solarino, (nota del 01/03/2018) chiedendo l’autorizzazione al trasferimento della ragazza presso la suddetta struttura individuata da questo Comune, al fine di tutelare e garantire una vita dignitosa ad una ragazza in difficoltà.

Nel contempo il Tutore della minore, con nota del 13/02/2018, chiede al Giudice di NON AUTORIZZARE eventuali richieste di trasferimento della minore presso altre strutture proposte dal Comune di Valguarnera, adducendo come motivazione che la minore risulta “essersi bene inserita nel nuovo contesto”. Si specifica che dalla data del trasferimento alla superiore richiesta del Tutore della minore erano trascorsi solo 18 giorni, pertanto la ragazza sicuramente ancora non si era potuta totalmente inserire nel nuovo contesto, come dichiarato dal Tutore.

Il Giudice, con provvedimento in calce alla medesima istanza del Tutore, prudentemente incaricava il Servizio Sociale di Solarino di “verificare la rispondenza della struttura prescelta e già in atto per il collocamento della minore […] rispetto alla struttura segnalata dal Comune di Valguarnera Caropepe, ormai non più servizio sociale affidatario della minore stessa”, con onere per il Servizio Sociale di Solarino di riferire in merito al Giudice.

Di tale verifica ad oggi non è mai arrivato alcun riscontro da parte del Comune di Solarino e nemmeno il Tribunale per i Minorenni di Catania ha riscontrato la richiesta di trasferimento presso altra struttura proposta dal Comune di Valguarnera che, in assenza di autorizzazione da parte del Tribunale, non ha potuto ulteriormente procedere anche se a tutt’oggi disponibile a farlo. Pertanto la situazione di “stallo” venutasi a creare non ha consentito a questo Comune di prendere in carico la ragazza sulla base della normativa vigente come sopra descritta e ha di fatto portato all’apertura dell’odierno ed ulteriore contenzioso, successivo ad un precedente del 2023 dove la “Namastè” è risultata soccombente, confermando la legittimità dell’azione amministrativa e sociale del Comune.

Si specifica che tutte le note citate sono depositate agli atti di questo Comune e fanno parte del fascicolo del suddetto contenzioso.

Una precisazione a parte meriterebbe anche la condotta del Tutore della minore in merito ai problemi di residenza citati nella lettera trasmessa alla stampa da parte della Dott.ssa Boria, ma per motivi di tutela della privacy non può essere fornita ulteriore specificazione in questa sede.

Inoltre, la Namastè avrebbe potuto provvedere all’iscrizione all’Albo Regionale di cui all’art. 26 della L.R. 22/86 adempimento che avrebbe risolto ogni criticità ma ad oggi non l’ha fatto confermando la mancanza di tutti i requisiti richiesti per l’iscrizione all’Albo e per la gestione dei servizi con standard di qualità.

Contestualmente si ribadisce la disponibilità di questo Comune a farsi carico della ragazza presso una comunità alloggio iscritta all’Albo di cui all’art. 26 L.R. 22/86.