Cultura e Società

Cento candeline per nonna Maria Costantino

Costantino-Parenti

«Io a lei lo conosco e le ho dato pure il voto». Si rivolge così Maria Costantino al sindaco Sebo Leanza quando le si avvicina per farle gli auguri nel centesimo anniversario della nascita. Pur con qualche difficoltà a camminare, ma perfettamente lucida e autonoma, la centenaria è arrivata con i suoi piedi nel salone del Circolo Unione, al piano terra del Palazzo municipale (le si son volute evitare le scale per i piani superiori). Qui la folla dei parenti e amici l’ha seguita dopo aver ascoltato la messa officiata nella Chiesa Madre dal parroco Francesco Rizzo che ha impartito una speciale benedizione, impreziosita dal suono d’organo del maestro Giorgio Denaro.

Quindi la festa. Con la torta, le fotografie, la musica il discorso ufficiale del Sindaco che le ha consegnato una targa ricordo e la riproduzione in pergamena della copia integrale dell’atto di nascita, estrapolata dal vecchio registro in cui, con lo stile ampolloso e la calligrafia elegante di quei tempi, venivano annotati i nomi dei nuovi nati. «Avanti a me, Ragioniere Mario Alonzo, Regio Commissario, Ufficiale dello Stato Civile del Comune di Valguarnera è comparso Costantino Giuseppe, di anni quarantaquattro, contadino domiciliato in Valguarnera, il quale mi ha dichiarato che alle ore nove del dì diciotto del corrente mese di febbraio 1914, nella casa posta in Via Concezione al numero 6, da Sirna Spinello Grazia, sua moglie con lui convivente, è nato un bambino di sesso femminile che egli mi presenta, e a cui dà il nome di Maria».

La signora Maria, coniugata con Ignazio Sciarpa, è rimasta vedova nel 1966 e non ha avuto figli. In compenso ha potuto godere dell’affetto dei numerosi nipoti e pronipoti tra cui l’organizzatrice della celebrazione Mirella Presti. Contentissima, la centenaria s’è intrattenuta con i presenti, raccontando le vicende belle e brutte del «suo» secolo, il Novecento, e «resistendo» a tutti i festeggiamenti, protrattisi al ristorante con i parenti e sino a pomeriggio inoltrato.

Salvatore Di Vita