Cultura e Società

Le preoccupazioni delle Sentinelle Ambientali sul nuovo statuto di Floristella

Alle “Sentinelle Ambientali”, l’associazione di volontari che ha riacceso i riflettori sull’ente parco minerario “Floristella- Grottacalda”, il nuovo statuto approvato dal governo Musumeci, non piace.<<L’approvazione dello statuto- dice il presidente Filippo Cozzo- è una dimostrazione che la politica, se sollecitata dalla cittadinanza, può accelerare i tempi per dare un regolare governo al parco Floristella. Ricordando però che regolare non è sinonimo di funzionale. Lo statuto è stato approvato con una brillante celerità ma crediamo che sia mancato l’ascolto delle esigenze del territorio, delle associazioni e delle amministrazioni comunali (almeno ufficialmente) che ne fanno parte. Le sentinelle sono consapevoli che il meccanismo delle nomine molto spesso non è adeguato. Nella fattispecie “Floristella” ha spesso rappresentato un luogo dove la politica locale si è limitata a dividere incarichi, secondo una logica non della competenza e della meritocrazia, ma seguendo altre logiche>>. Le Sentinelle, non si accontentano del nuovo statuto e Cozzo aggiunge:<<Con il nuovo statuto qualcuno potrebbe pensare che ciò non potrà più accadere in quanto lo stesso statuto permetterà al presidente della regione di nominare direttamente o indirettamente la maggioranza dei rappresentanti del consiglio d’amministrazione (specialmente coloro i quali hanno diritto di voto), financo i membri revisori dei conti (per cui chi controlla il controllori?).
La nostra preoccupazione nasce dal fatto che l’accentramento e il controllo politico del Parco nella figura del presidente della Regione in carica e futuro, non funga da vero cambiamento partecipativo dell’Ente, ma sia relegato alla speranza di una nomina competente ricercata dalla presidenza della Regione.
In pubblica piazza abbiamo messo in discussione lo statuto, proponendone uno più legato alla meritocrazia e attento all’individuazione di competenze locali, di cui il nostro territorio è ricco. Pertanto chiediamo che venga rivisto il nuovo statuto al fine di migliorarlo in diversi punti.
Auspichiamo inoltre che ci sia un reale cambiamento nella cultura e nella gestione dei beni comuni, che diventano patrimonio pubblico se condivisi, sostenuti e diretti da figure competenti>>.

Arcangelo Santamaria