Cronaca e Attualità

La storia triste e ingarbugliata di A., giovane valguarnerese disabile

Quella che vi raccontiamo è una storia triste ed ingarbugliata di cui eravamo stati messi al corrente prima di Natale. Da allora l’abbiamo studiata, ponderata e valutata in ogni suo aspetto, perché al centro di tutto c’è un essere umano, una nostra concittadina, a cui la vita non ha mai sorriso. Non ci interessava fare lo scoop giornalistico, non ci interessava trovare i colpevoli (ammesso che ce ne ci siano lo stabiliranno i tribunali), né ci interessava ( forse abbiamo deluso qualcuno), colpire l’amministrazione comunale ed i servizi sociali del Comune di Valguarnera. Sino a ieri sera, infatti, abbiamo contattato la dottoressa Santina Amatore, responsabile dei Servizi sociali dell’ente valguarnerese e la sindaca Francesca Draià. Con entrambe ci eravamo dati appuntamento a fra 48 ore, affinché, potessero replicare alle dichiarazioni della dottoressa Laura Boria, sociologa e responsabile della cooperativa Namastè, nella cui comunità, la nostra A. ha trovato una famiglia, ha trovato chi le sta garantendo un presente e probabilmente le garantirà un futuro migliore di quello che la vita le ha riservato sino ad adesso. Al centro di questa storia, non può e non deve esserci il denaro che qualcuno, prima o poi dovrà dare alla Namastè, né può esserci l’ennesimo scontro polemico tra chi è da una parte e chi dall’altra. Al centro di questa storia sulla quale presto ritorneremo, riportando le dichiarazioni del Servizio Sociale del Comune di Valguarnera, deve esserci il bene di A. che non ha avuto la fortuna di crescere in una famiglia e che sin dall’età di 3 anni è stata sballottata da una comunità all’altra, come un pacco che nessuno vuole, come un soggetto difficile da gestire, come un costo che nessuno vuole sostenere. Quella bambina di 3 anni, adesso è una donna di 18 anni che nel luogo in cui vive ha trovato la sua casa e l’affetto di chi l’ha sino adesso ospitata e voluta bene, senza percepire nulla in cambio. Vorremmo tanto che questa storia si chiudesse a lieto fine, perchè A. non ha fatto nulla per meritare una vita difficile. Lei è stata solo meno fortunata di tutti noi.

Arcangelo Santamaria

Di seguito pubblichiamo integralmente la lettera della dottoressa Laura Boria, sociologa della Cooperativa Namastè

La storia di A. è la storia una bambina (oggi è una ragazzina di 18 anni) con disabilità, dimenticata dal mondo soprattutto dalle Istituzioni che avrebbero dovuta tutelarla e sostenerla nel suo “Progetto di vita”, 

A. è nata a Valguarnera Caropepe, dove a “tutt’oggi” (certificato Ufficiale d’Anagrafe) ha la residenza.

La piccola A. cresce in un contesto familiare socialmente problematico e disfunzionale, giudicato di estrema gravità e di elevato rischio psico-fisico, tali da far intervenire i Servizi Sociali del Comune di Valguarnera Caropepe ed il Tribunale per i Minorenni che dispone il procedimento “di allontanamento della minore dal contesto familiare a causa dello stato di abbandono, nonché, sospende la responsabilità genitoriale della madre”.

Da lì a breve, la piccola A. viene “collocata” (per usare la medesima accezione semantica) presso diverse strutture/comunità, città, scuole, ecc…

La piccola sino al 2017 è seguita dal Comune di Valguarnera Caropepe che vigila sulle condizioni della minore, propone processi d’integrazione, cerca di individuare contesti abitativi e parentali.

Dal 2017, improvvisamente, tutto cambia!

La bambina, ormai dodicenne, sviluppa difficoltà relazionali e livelli di aggressività che si amplificano e palesano in ambito scolastico e pubblico proprio perché il disturbo emozionale della condotta associata alla disabilità intellettiva altera le condotte prosociali (controllo, empatia, assertività) fino al punto di innescare processi estremi, come nel caso della piccola A., minacce di suicidio lanciandosi dalla finestra.

Il Servizio Sociale affidatario della città in cui risiede la Comunità dell’epoca (che non è il Comune di Valguarnera Caropepe), con molta lungimiranza e correttezza, ricerca “il posto ideale” per la piccola. In primo luogo fa una ricerca di famiglie solidaristiche e subito dopo, visto il rifiuto da parte di molti nuclei familiari (considerando le gravi problematiche di A), avvia uno screening di strutture e comunità, che garantissero “nell’interesse della minore un contesto educativo più adeguato all’ … età e condizione. Il Servizio Sociale affidatario ha cercato una struttura con vasta esperienza per il trattamento di “minori con disabilità gravi. Giovani disabili affetti da Disturbo Oppositivo Provocatorio, Psicosi infantile NAS, Schizofrenia latente, disabilità intellettiva accompagnata da aggressività, sindrome di Asperger ed spettro autistico”.

I Servizi Sociali affidatari, l’equipe multidisciplinari delle varie comunità ospitanti sottolineano e dimostrano, con documentazione probante, che “la ricerca di una comunità adeguata alle problematiche di A. … si è rilevata particolarmente complessa e difficoltosa, a motivo dei gravi disturbi di comportamento di cui è affetta la minore, che necessita di essere inserita in una struttura con personale altamente specializzato e di comprovata esperienza”.

Dopo una serie di colloqui, incontri, scambio di documentazione, “la scelta è ricaduta sulla Comunità della Coop. Sociale Namaste’, ove la minore viene trasferita il 26/01/2018, previo provvedimento del Tribunale per i Minorenni (23/01/2018)”

 La Cooperativa sociale Namaste’ nasce il 04 Ottobre 2005.  Nel 2012 la Coop. Namastè ha aperto una comunità alloggio chiamata convenzionalmente VILLA NAMASTE’. La nascita di Villa Namasté ha consentito e consente ai giovani con disabilità di rafforzare livelli di autonomia un un’ottica bio-psico-sociale (biologico, individuale e sociale), di vivere in contesti strategici che guardano alla centralità della persona e che mirano a far gemmare processi di sviluppo delle potenzialità di ciascuno nel rispetto dei principi di autoderminazione e di accomodamento ragionevole.

Un momento di crescita importante della Cooperativa è concretizzato dall’acquisto di una Villa in campagna, grazie ai proventi dell’Evento/concertoCarmen Consoli & Friends per Namasté(1 giugno 2018), tenutosi in Piazza Duomo a Catania. La Villa è stata ristrutturata secondo i parametri dell’Universal Design o Design for all, oggi nota come UDL, un contesto inclusivo “per tutti e per ciascuno”.

La precedente comunità che ospitava la piccola A. ed il Servizio Sociale affidatario, informa il Comune di Valguarnera Caropepe del trasferimento a Caltagirone, presso Villa Namastè.

Il Comune di Valguarnera Caropepe e la sua attuale Amministrazione (figuratamente, come un bambino in preda al panico!) risponde il 29/03/2018 a tutti gli stakeholders (compreso il Tribunale per i Minori di Catania) “l’insussistenza in capo allo stesso di alcun obbligo di pagamento della retta”, esprimendo per la prima volta di non ritenersi il Comune competente a sostenere gli oneri economici in quanto “il minore ha il domicilio nel luogo di residenza della famiglia o quello del tutore”. Evidentemente il Comune di Valguarnera confonde il concetto di dimora e domicilio con quello di residenza ma non considera gli artt. 43 e 44 cc, laddove viene stabilito che “La residenza è nel luogo in cui la persona ha la dimora abituale” (art. 43 cc) e che “Il trasferimento della residenza non può essere opposto ai terzi di buona fede se non stato denunciato nei modi prescritti dalla legge” (art. 44 cc).

In un secondo momento, alla stregua di un fulmine a ciel sereno, cambia le ragioni per cui A. non può vivere alla Namaste’: il Comune di Valguarnera Caropepe, rappresentato dall’attuale Amministrazione, adduce di non essere stato coinvolto nella scelta della struttura (attenzione il Comune deve pagare!!!!).

In un terzo momento, il Comune di Valguarnera Caropepe, come un narcisista offeso, dimentica tutte le ragioni paventate, scrive a  tutte le parti coinvolte dell’insussistenza delle condizioni di legge per l’assunzione di obblighi assistenziali ed economici, adducendo due ragioni: a) ai sensi della Legge Regionale n 22/1986,  spetta al Comune, che si assume l’obbligo economico del ricovero, il compito di individuare la struttura presso cui trasferire la minore; b) la mancata iscrizione della Comunità di Villa Namastè all’Albo regionale delle istituzioni assistenziali, come disposto dalla Legge Regionale n 22/1986.

La mancata iscrizione di una Comunità all’Albo Regionale delle Istituzioni Assistenziali, Lex nr.22/1986, non è un obbligo di legge: “l’obbligo di legge è l’iscrizione all’Albo Comunale di appartenenza che è stata autorizzata dal Comune di Caltagirone dove la Coop opera il 04/12 n. 31/2012 per la gestione della Comunità Alloggio”.

In questi intrecci chiasmatici, per anni il Comune di Valguarnera Caropepe dimentica totalmente la PERSONA all’epoca minore, lasciandola al proprio destino, senza esercitare azione di monitoraggio di una persona vulnerabile, senza proporre soluzioni idonee, senza preoccuparsi di interpellare i Servizi Sociali affidatari ossia dimentica la premessa di ogni “cura” (ascolto, dialogo, reciprocità, intersoggettività e soprattutto “incontri autentici”!).

Ci troviamo dentro una commedia pirandelliana, dove il paradosso e la contraddizione rappresentano un teatro grottesco.

In realtà il Comune di Valguarnera Caropepe e la sua attuale Amministrazione per anni di certo non hanno considerato che le scelte di programmazione, cura e vigilanza dei minori con disabilità sono proprie dei Servizi Sociali affidatari, per ragioni di opportunità individuati dai Tribunali, che coincidono con i Comuni ove hanno sede le Comunità ospitanti, a garanzia del PROGETTO DI VITA della persona (scuola, attività sociali, percorsi culturali, etc….). In virtù di tale principio “l’affidamento di A. è a carico del Servizio Sociale di Caltagirone” che deve valutare la corrispondenza della struttura in base alle esigenze della minore al fine della sua salvaguardia e protezione e che non ha nessun obbligo economico, esattamente come per gli altri Servizi Sociali affidatari della varie città che hanno ospitato A.

Il Comune di residenza di A. non parla mai della PERSONA CON DISABILITA’, non guarda al processo di crescita, in termini di educazione, istruzione, formazione, costruzione di competenze prosociali, il centro polare di tutto è sempre l’assistenzialismo depurato di uno dei diritti essenziali delle persone ossia quello di scegliere liberamente la propria esistenza, di sostenerla nella realizzazione del Progetto di Vita: negli atti, il Comune di Valguarnera Caropepe utilizza spesso la parola assistenza adducendo solo mere prestazioni economiche e dimenticando anche l’accezione della parola “assistenza” (mettersi accanto, accompagnare e NON SOSTITUIRSI). Assistenza sociale coincide con l’attivazione di una rete di interventi che, utilizzati anche in modo integrato tra loro, siano di supporto (NON SOSTITUZIONE) ad un’azione di integrazione sociale per quei cittadini che, a causa delle loro condizioni psicofisiche, si trovino in situazioni di svantaggio con l’implementazione di attività e di servizi volti a prevenire o ridurre situazioni di bisogno connesse all’età, a stati di svantaggio fisico e psichico o ad altre condizioni di emarginazione.

A distanza di anni, grazie alle scelte della Cooperativa, LA PERSONA A. (NON L’UTENTE) ha sviluppato senso di appartenenza, di socializzazione, competenze di autocontrollo, empatia ed assertività, segue un percorso scolastico regolare, ha superato la rigidità di pensiero sviluppando competenze divergenti ed una buona percezione del sé.

Per patologie complesse non si sceglie secondo logiche per i quali un soggetto deve essere parcheggiato e barattato nelle varie comunità come se fosse un pacco da collocare in diverse città con trasferimenti ripetitivi, abbandoni continui, senza una visione chiara del futuro.

La persona A. è cresciuta ed ancora oggi è sostenuta, con amore e senso di responsabilità, dalla Cooperativa Namastè che ad oggi non ha mai ricevuto nessun sostegno economico dal Comune di residenza della ragazzina.

Rimane solo un dato certo, una persona con disabilità, dall’età di 12 anni ad oggi, è stata lasciata per anni al proprio destino sia in termini sociali che economici, dimenticando che si tratta di una persona che oltre ad essere “assistita” per i bisogni primari (cibo, vestiario, etc…..) ha seguito un percorso che l’ha portata ad essere UNA PERSONA MERAVIGLIOSA.

Caro Comune di Valguarnera Caropepe, la tua concittadina A., ti augura un benvenuto nel 2024 perché A. ha vinto la sua battaglia con la Vita con coraggio, senza viltà, senza falsi clamori, nascondendosi dietro la burocrazia o parcelle di avvocati (vedi Albo Pretorio)!

Ma ancora oggi, caro Comune, sei assente e silente!