Cultura e SocietàLezioni di Carrapipano

Cosa vogliono dire i nomi Marcat, Mursiata e Cartaria?

Com’è noto, la pagina delle “Lezioni di carrapipano” tenute dal nostro responsabile culturale, lo scrittore Enzo Barnabà, ha compiuto il suo decimo compleanno. Si può dire che due sono i fili conduttori delle riflessioni sul nostro dialetto: 1. Creare un sistema ortografico che sia in grado di trascrivere correttamente i suoni della nostra parlata, 2. Trovare nella lingua indizi che permettano di ricostruire momenti di storia del paese (è noto infatti che spesso i fatti storici lascino tracce nella lingua, oltre che nel paesaggio, nelle istituzioni, ecc.).

Durante le ultime lezioni, si è parlato dei nomi di tre quartieri valguarneresi (Màrcat, Mursiàta e Cartarìa) chiedendosi cosa queste parole significhino, quando le località  sono state così battezzate  e perché.  Risposte esaurienti potranno essere trovate nelle lezioni. Sinteticamente, possiamo dire che

  1. Màrcat (in sic. comune: “Màrcatu”) vuol dire ovile, un complesso che comprende: riparo per le pecore, jazz (giacigli) per i pastori e attrezzi per fare formaggi e ricotte. Un grande ovile ha avuto la sua sede in quel posto per decenni, se non per secoli.
  2. Mursiàta viene dalla parola mursia che in antico siciliano designava il vasellame di terracotta. Il quartiere nasce e si sviluppa a metà Ottocento grazie all’arrivo di manodopera attratta dall’incremento dell’attività mineraria. Precedentemente, la località serviva da discarica per i frammenti dei recipienti di creta (“pignate”, “bùmmali”, “quartare”, “cannate” e quant’altro) fragili e diffusi in tutte le famiglie.
  3. Cartaria viene invece dal termine italiano di carretteria, usato per designare il posto nel quale venivano “parcheggiati “ i tantissimi carretti dei quali si serviva il grosso pastificio Dell’Aria (1900-1930 circa). La deformazione del nome va trovata in quella “pigrizia fonetica” che è anche all’origine di parole quali “baluàta” o “partlnzìnga”.

Nell’ultima lezione, invece, si è ritornati all’ortografia: come trascrivere in carrapipano parole quali uovo od olio? Se non lo sapete, andate sulla pagina e constaterete come sia necessario ricorrere ad una lettera non propriamente italiana.

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