Politica

La risposta di Angelo Bruno al rifiuto della Sindaca sul confronto pubblico

Non si è fatta attendere la replica del consigliere comunale Angelo Bruno (Gruppo Misto), alle dichiarazioni con le quali la sindaca Francesca Draià, ha rifiutato l’invito ad un confronto pubblico sulla vicenda dei 3 milioni e mezzo di euro a cui ammonta il disavanzo del comune di Valguarnera.

Non è una questione di poltrona

<<Capisco che per il sindaco- dice Bruno- la poltrona del primo cittadino è diventata una questione personale, quasi un arredo di proprietà, però voglio tranquillizzarla perché non ho la necessità di occupare poltrone, perché preferisco sedere tra i cittadini.

A differenza sua, e non può smentirmi nessuno, il mio impegno per la nostra città parte da molto lontano. Ho iniziato da piccolissimo, insieme agli amici di sempre, nelle associazioni, nel mondo del volontariato, vivendo accanto ai nostri cittadini, perché per me la politica è avere cura della propria comunità. Non ho bisogno di poltrone e soprattutto di stipendi per occuparmi del nostro paese. Quel poco che percepisco dalla politica va interamente in beneficenza, serve per sostenere le associazioni, le iniziative culturali e i più fragili>>.

Draià sconosce il valore della democrazia e si sottrae al confronto

<<Oggi si sancisce un fatto inequivocabile, il sindaco non accetta (e non è la prima volta) il confronto pubblico con il sottoscritto, non lo accetta perché evidentemente ha più di qualcosa da temere.  Tralascio il suo solito modo dozzinale di offendermi personalmente, io non riesco a trascendere così tanto. L’invito ad un confronto pubblico non può essere banalizzato con reality o cose simili.  Il valore della democrazia, che lei sconosce, si misura anche da questo, dalla maturità di sedersi e confrontarsi civilmente su argomenti importanti come il bilancio comunale. Mentre il sindaco offende tutti, io parlo alla nostra comunità.

La Draià scappa, lo fa sempre perché contro la verità dei fatti neppure il suo vittimismo più acuto potrebbe reggere>>.

Non cerco né galloni né benedizioni

<<Io ho scelto di fare politica, sempre ampiamente suffragato tutte le volte che ho deciso di scendere in campo, per servire con umiltà e coraggio la comunità di cui sono figlio orgoglioso.  Non cerco né galloni ne’ ruoli da competitor del sindaco, perché io a differenza di Francesca Draià non vivo la politica come una gara o una rivalsa personale sugli altri.

Certo è che più volte lei stessa ha provato a offrirmi gli stessi galloni, proponendomi in tutti i modi il ruolo di assessore nella sua giunta, cosa che ho sempre prontamente rifiutato.

Per farle l’assessore o per i tanti confronti privati che mi ha chiesto ero il migliore consigliere comunale, mentre per i confronti pubblici sono una persona da screditare>>.

Draià rinnega chi l’ha fatta sindaco ed ha reso i suoi avversari politici dei nemici personali

<<Il sindaco perde l’ennesima occasione per confermarsi pubblicamente e come se non bastasse tira in ballo altre persone che con questa discussione non c’entrano.

Ormai Francesca Draià oltre ad avermi come incubo principale, è perennemente citando Leanza, Greco e D’Angelo, dimenticando che quest’ultima, insieme al proprio gruppo politico, per ben due volte, le ha permesso di sedere sulla poltrona che tanto affannosamente difende.

Non sono io che sono stato eletto con i voti della classe politica che ora Francesca Draià tanto critica e combatte dopo averla usata spudoratamente.

Io rappresento un gruppo di cittadini liberi che hanno dimostrato di farcela con le proprie forze e soprattutto non sono a disposizione di questo tipo di sindaco.

Ma c’è una sostanziale differenza tra me e il sindaco: io in politica non ho mai avuto nemici bensì avversari. Io sono stato educato a difendere le mie idee con determinazione, non facendo mai mancare il dialogo e il rispetto anche con chi in quel momento aveva idee diverse.

Questo mi ha permesso a differenza sua, oltre a mantenere sempre ottimi rapporti umani e di stima con tutti, di condividere e discutere con chiunque abbia a cuore la nostra città.

Lascio a Francesca Draià lo stile dell’offesa personale e dell’attacco volgare, perché fortunatamente io sono un’altra cosa>>.

Arcangelo Santamaria