Cultura e Società

La storia di Francesco Vetri, cieco arruolato nella contraerea

Tra pochi giorni, il 27 dicembre, ricorre l’anniversario di una bella data per la comunità valguarnerese ed in modo particolare per la famiglia del compianto Francesco Vetri. Il 27 dicembre 1994 a Roma, il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, conferì il titolo di Cavaliere della Repubblica all’allora 74 enne Francesco Vetri, per particolari benemerenze durante la seconda guerra mondiale.

Una storia che vale la pena di essere ricordata e tramandata ai posteri. L’alta onorificenza venne consegnata nelle mani di Francesco Vetri al Comune di Valguarnera (vedi foto) dall’allora vice sindaco, Davide Urzì. Francesco Vetri, nato il 28 novembre 1922, era rimasto cieco all’età di 18 anni ma nonostante ciò, all’età di 21 anni decise di arruolarsi nell’esercito italiano e mettere al servizio della patria lo spiccato sviluppo dell’udito. Per tale ragione Vetri venne arruolato a Catania nella milizia contraerea con il ruolo di aerofonista. L’aerofono fu un apparecchio utilizzato, in particolare durante la seconda guerra mondiale, per captare in anticipo il rumore degli aerei nemici in avvicinamento, ed aiutare a localizzarne la provenienza. Venne utilizzato da volontari ciechi che potevano così sfruttare la loro maggiore capacità uditiva rispetto ad individui normodotati. Il soldato valguarnerese divenne quindi gli orecchi dell’esercito italiano, pronto a trasmettere i dati che captava al comando centrale che immediatamente attivava le batterie contraeree per neutralizzare gli attacchi del nemico. La sua menomazione, avvenuta 3 anni prima a causa dello scoppio di alcuni mine nella miniera in cui lavorava, non lo aveva fermato e adesso era il punto di riferimento dei suoi commilitoni. Ma la guerra si sa è dura per tutti e non fa sconti a nessuno. Quando gli inglesi invasero la Sicilia, la base catanese di Cibali dove Francesco Vetri operava con la sua truppa, cadde nelle mani britanniche e Vetri fu fatto prigioniero e condotto insieme a tanti altri in un campo di concentramento a Priolo (Siracusa), dove vi rimase per diversi mesi.Una volta liberati, Vetri ricevette un permesso speciale ed insieme ad un soldato di Assoro, a piedi raggiunse la sua Valguarnera. Quanto vi raccontiamo è già sufficente a dimostrare la valenza di un uomo che a 18 anni, dentro le viscere di una miniera, la vita aveva provato a mettere all’angolo. Francesco Vetri, oltre ad essersi distinto come soldato si è distinto come uomo. Marito e padre di 6 figli imparò a leggere e scrivere col metodo Brail, e imparò a suonare la fisarmonica, trasformando le diotrie perse in magiche note musicali. Finita la guerra il suo impegno fu profuso per i diritti delle persone non vedenti delle provincia di Enna e per la loro piena integrazione nella società civile. Anche per questo suo impegno, ricevette diversi attestati di stima. Francesco Vetri muore il 2 dicembre 2001. Noi continuiamo a stimarlo, ricordando le sue gesta e sperando che il suo alto senso di altruismo sia da esempio per quanti leggeranno questa storia.

Arcangelo Santamaria